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III

La fortuna, che aveva arriso al Platone fin dal suo primo apparire, continuò ad accompagnarlo lungo tutto il periodo del Risorgimento italiano. A Napoli, per esempio, talune idee e la fraseologia stessa dell’opera divennero ben presto cosí popolari (specie mercé la continua esegesi che l’autore ne venne fornendo nel Corriere di Napoli e nel Monitore delle Due Sicilie (•)), che, al ritorno di Ferdinando quarto nel Regno, non si pensò nemmeno all’efletto comico che doveva avere in quella bocca un discorso ai suoi napoletani sulla «storia dei loro avi»: storia — gli si faceva dire — «molto gloriosa per voi, discendenti dei bruzi, dei campani e dei sanniti», e che perciò «dovete far tremare gli stranieri perturbatori della vostra prosperitá e sicurezza domestica» (*). Ma codesto non è se non un aneddoto. Fatto molto piú notevole è che, scorsi appena quattro anni dalla comparsa del terzo volume del Platone , veniva giá fuori, per opera di Giuseppe Micali, precisamente quella storia de L’Italia avanti il dominio dei romanitá), intorno a cui s’era tanto torturato il Cuoco, senza mai riuscire a scriverla. Certamente, nella recensione che egli ne pubblicò nel Monitore delle Due Sicilie iti, si scorge subito la sua delusione nel non veder tenuto alcun conto delle ipotesi, tanto a lui care, sulla geologia ed etnografia dell’Italia, sulla legislazione delle cittá della Magna Grecia e sopra tutto sul pitagorismo. Ma quanto poi da altre parti di quella recensione non appare la compiacenza di chi si ritrovi innanzi, piú chiare e meglio agguerrite, altre idee a lui non men predilette! E invero, quando il Micali, pur con quella (i) Scritti vari, II, 353-86. ta *o, (*) ediz. Proclama De Rlasii», ai napoletani III, I. del I» maggio 1815, in Da Nicola, Diario nafiolr-

          • (3) citata. Firenze, I. 114 Piatti, sg. 1810: 3* ediz., Firenze, 1833. Cfr. CaocB, Storiografia tta-

(4) Scritti vari , II, 275 sg.