Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/342

a stampare ai principi del 1804 nella tipografia di Aniello Nobile (giá editore nel 1799 del Giornale letterario repubblicano di Napoli e degli atti della Repubblica napoletana e, per questo, anche lui esule a Milano («)), che, circa il maggio di quell’anno, consegnava all’autore i mille esemplari pattuiti del primo volume e, nel novembre o decembre, del secondo<»). È da ricordare a codesto proposito che il Cuoco soleva far rivedere i fogli di stampa, di mano in mano che uscivan dal torchio, all’allor giovanissimo Alessandro Manzoni ( 3 ), il cui innato buon gusto restò ferito nel trovare, dopo i ritratti satirici di un Apollodoro e di un AlcistenideU) (personificazioni di chissá quali poetastri del tempo), una satira ancora piú spietata di un Nicorio. E invero, poiché si diceva di costui che, «nelle turbolenze che hanno agitata Eraclea, cantò prima il partito degli ottimati : questi rimasero perdenti, ed egli prese a cantare il partito de’popolari»;— che «cantò sempre diverso da se stesso, perché l’odio cangia e la natura è eterna *; — che «la natura gli aveva dato il dono funesto della bile»; onde, «se mai canta la morte di un saggio pacifico, il suo canto è canto di bile; se volge in mente le leggi e gli ordini della sua patria, non è che bile: bile infinita, bile inestinguibile»: — chi mai, attraverso tali connotati, non avrebbe sostituito, a quello di Nicorio, il nome di Vincenzo Monti? Non si conosce se fosse proprio il Manzoni colui che mostrò al suo men giovane amico molisano la sconvenienza di parlare in siffatta guisa di un poeta di cui il Cuoco era stato compagno d’esilio in Francia, con cui a Milano continuava a serbar relazioni d’amicizia (5) e a cui aveva (1) Nino Cortesk, Eruditi e giornali letterari nella Napolt colla del Settecento (Napoli, Ricciardi, 1922), pp, 119-122, e cfr. pp. n6-n8. ( 2) Platone | in | Italia || traduzione dal greco. { Platonem Atheniensem Tarentum venisse, L. Camillo , | App. Claudio consulibus , reperto . || Cictkro, de Senectute . | Tomo primo. || Milano, | Dai Torchi di Agnello Nobile, | MDCCCIV. — Consta di pp. VII innumerate, piú 296, oltre una lunga errata corrige. Giunge alla lettera XXXVI. — Il tomo secondo, di pp. 302, piú due innumerate (contenenti Ferrata-corrige) e una pianta dell’antica Taranto, per un errore di numerazione (perpetuato nelle ristampe ma corretto in questa nostra), comincia dalla lettera XXXIX ( = XXXVII) c giunge alla lettera LVII ( =* LV). — Le date rispettive di pubblicazione dei due volumi si desumono dal carteggio del Cuoco: cfr. Scritti vari , II, 316-20. (3) Scritti vari , II, 318. (4) Ediz. originale, II, 143 sg.; presente ediz., I, 217-8. (5) Scritti vari , II, 319.