Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/267

piu sulle proprie forze che sugli aiuti infedeli e pericolosi del gran re»... E questo io vorrei, o mio Cleobolo, che fosse la maggiore utilitá che per te si ritraesse dal tuo viaggio. Tu hai osservato in Italia cittá altre volte gloriose e potenti esser oggi nella miseria e neH’avvilimento. Sibari, Metaponto, Reggio, Capua: quali erano un giorno e quali sono oggi? ove sono la potenza de’ messapi e l’antico impero degli etrusci? Altri popoli conservano ancora qualche energia di vita, come li tarantini ed i sanniti. Altri finalmente sorgono dalla miseria e dall’avvilimento e minacciano prender il luogo di quelli che cadono. Se tu chiedi la ragione di questa diversa fortuna, l’uomo del volgo ti conterá le battaglie vinte o perdute, ti calcolerá i prodotti dell’agricoltura, ti misurerá l’estensione del commercio. Ma una battaglia vinta o perduta è un accidente: è simile alla grandine, che distrugge talora un campo, ma non produce mai la distruzione dell’agricoltore. Dimanda perché si pèrdono dieci, dodici battaglie l’una dopo l’altra? perché una nazione non ha piú capitani, non piú magistrati? perché non ha piú industria? perché non ha piú commercio? Le sventure non portano la distruzione se non quando sono moltissime volte ripetute; e ciò, che vedi moltissime volte ripetuto, non può esser effetto della fortuna, ma lo è della necessitá. Dimanda ancora, e saprai che quel popolo, il quale è infelice, non lo è mai senza sua colpa; osservalo e vedrai che, prima di esser abbandonato dalla fortuna, aveva obbliata la virtú: vedrai corrompersi a poco a poco i costumi, indi gli ordini ; le passioni private non aver piú freno e scatenarsi tutte a danno della patria; non esservi piú prudenza nella curia, non piú giustizia nel fòro, non piú fortezza nel campo: e tutto ciò, perché da lungo tempo non vi era piú temperanza nella casa. Vedrai esservi un nesso tra le virtú tra loro, e tra le virtú e la felicitá: vedrai esser costantemente piú felici quei popoli che hanno piú virtú. Vedrai talora le cittá, anche corrottissime, aver qualche momento di prosperitá, se mai fortuna fa si che le loro cose vengan commesse ad uomo prudente e valoroso, siccome son quelle