Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/232

ricchezze di un popolo pacifico, il quale, se ne ha, tutte le deve alla sua fatica? — La prudenza avrebbe parlato a tutt’i seguaci di Agamennone le parole istesse che giá parlò ad Ulisse; e ciascuno avrebbe detto: — Perché dunque Menelao è stato cattivo marito o ha avuta cattiva moglie, io lascerò la mia bella e buona moglie per vendicare i torti altrui, e dar ragione forse alla mia di farmene de’ maggiori?— Ma allora i greci non avrebbero mai valicato l’EUesponto, non apprese le arti dell’Asia: que’ tanto prepotenti duci, che dividevano e laceravano la Grecia, non sarebbero morti o sotto le mura di Ilio o in mare; le cittá greche non avrebbero avuta libertá, non sarebbero nate le arti, le leggi ed i veri eroi: senza la guerra di Troia la Grecia non vanterebbe le vittorie di Maratona e di Salamina, e senza Achille non avreste avuti né Milziade né Aristide. È necessario che i vari popoli si urtino, si tocchino, si confondino, si comunichino a vicenda le loro arti, le loro leggi, la loro esperienza: e gl’ iddíi commovono di tempo in tempo i popoli e li rimescolano quasi per dar loro nuova vita. Ma queste grandi commozioni non si fanno né per giustizia né per prudenza; l’ultimo fine di questa è di far che ciascuno basti a se stesso. Se tutti gli uomini fossero savi e prudenti, di queste grandi commozioni non ve ne sarebbero. Ma sono savi? Possono esserlo? Quindi avvien che gl’iddíi fomentano gli errori e le passioni e le spingono agli estremi, onde l’estremo de’ mali produca il ritorno de’ beni... — Ove mi trasporti mai, Odio? — ripresi io allora. — E quanti dubbi fai sorger nell’animo mio? I tuoi detti sono simili ai denti di Cadmo, da’ quali nascevano uomini armati che si distruggevano a vicenda: tu semini le tue idee e ne nascono altre idee belligeranti, che si battono, si distruggono a vicenda. Non pace alla mente ma guerra reca, o Ocilo, il tuo discorso. Quante cose vorrei dimandarti! Nell’epoca della guerra di Troia credi tu dunque gl’italiani piú civili de’ greci? — Voi in quell’epoca non ancora avevate nome di greci b) — (i) Tucidide, i.