Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/175

LXVII

Di Ponzio ad Archita
Stato politico dell’Italia
Difetti della costituzione sannitica. Progressi di Roma

[Alleanza romano-sannita — Sua perniciositá — Impossibile che tra i romani e i sanniti non si venga, un giorno o l’altro, a fiera guerra — Cinque soli popoli ancora potenti in Italia — Primi tra essi sanniti e romani — Tre sorte di «c prudenze *: delPuomo, delle cittá, delle genti — Questuiti ma piú facile che non si creda — La pace è figlia della virtú — L’effetto d’una nuova alleanza romano-sannita sarebbe un maggiore ingrandimento di Roma — La vera forza di un popolo non sta né nel numero degli uomini né nell’estensione del suo territorio — La disciplina è debole nelle federazioni (Sannio), forte nei governi unitari (Roma) — Al Sannio, insomma, non conviene aver né guerra né alleanza coi romani.]

Giá ti è noto esser giunti da Roma due legati alla nostra repubblica. Ne’ primi giorni non parlarono se non di certo frumento comprato o non comprato, che so io, dai campani. Ma il vero fine della loro venuta è quello di rinnovar l’alleanza che da molti anni unisce il popolo romano ed il sannita; alleanza, la quale tu sai che, stipulata per un tempo limitato, è orinai prossima a disciòrsi. Han confidato questo loro disegno, prima che ad altri, a me, ed a me solo. Io mi son dimostrato poco inclinato a secondarli, ed essi han tentati gli animi degli altri, e molti ne han sedotti. L’affare si proporrá ne’ concili. Chi sa che risolveranno i miei compagni? Roma ha tra noi moltissimi amici. I deputati d* Esernia son tutti per Roma; e, giorni sono, uno di essi mi disse che, se mai scoppiasse guerra