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xv - secondo ragionamento di archita 91


né tra voi greci, né tra noi italiani si conobbe servitú. Tale era quel tempo del buon Saturno, in di cui onore gli schiavi di tutti i popoli riprendono, in taluni giorni dell’anno, le apparenze della libertá. I popoli conquistatori furono i primi ad introdurre la servitú. Tra voi furono i tessali, gli spartani, i cretesi. Vincitori degli antichi abitanti del luogo, li condannarono a coltivar la terra, serbando per loro il dritto di vivere oziosi. Superbi per la vittoria, si credettero di una razza superiore ai vinti. Quei di Chio dicesi che sieno stati i primi ad aver degli schiavi comperati con denaro. Era questo piú umano, ma non meno pericoloso. Voi sapete ciò che si disse di tal fatto. — Quei di Chio hanno comprati i padroni; — e le sedizioni e le desolazioni, dalle quali quell’isola è stata tante volte lacerata e quasi distrutta, han confermata coll’esperienza la saviezza del proverbio antico1.

Ma, oimè! quanto è difficile fare il bene e quanto è vero che il savio non deve tentarlo se non tremando! Era inevitabile che governassero sempre molti pittagorici; e come no, se erano i migliori? Questo ci concitò sul principio l’odio de’ grandi. Vi ho giá parlato di Cilone, il quale inferoci contro di noi, sol perché i suoi vizi lo resero indegno di esser ascritto tra ’l numero de’ nostri. Ma l’odio de’ grandi non c’impedí di fare il bene al popolo. Da per tutto o si stabilivano nuovi ordini, o si miglioravano gli antichi; da per tutto arti, pace, abbondanza, e quella, senza di cui non vi è nulla, sicurezza civile. I grandi però, non potendo vincerci senza il popolo, si riunirono a lui; ed eccovi nuovo genere di persecuzioni. Noi volevamo la libertá e l’eguaglianza; ma quella non dovea esser licenza, questa non dovea divenir anarchia. Il popolo però è difficile sempre a temperarsi nelle sue idee, e gli scellerati sanno trarre profitto dai suoi errori. Voi li trovate sempre nemici delle vostre massime, quando le volete stabilire. Se, contradicendo, non posson vincere, si fingono fautori e le spingono. tanto innanzi, che per abuso debbon crollare. Prima ci

  1. Ateneo, ibidem.