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i messapi, che ne erano gli abitatori primi, e parte li costrinsero a fuggir in altre terre, parte ridussero nello stato in cui gli spartani tengon gl’iloti, ed i tebani i perrebi. Noi credevamo non esser giá schiavo colui che coltiva la terra, ma aver ben giusta necessitá di diventarlo colui che non sappia viver coltivandola. Mille volte gli abitanti della cittá furono in pericolo di esser uccisi tutti dalle sollevazioni di questi nostri iloti, sempre piú numerosi di noi e sempre piú terribili, perché piú sdegnati. — Non vi sará dunque — si diceva dai nostri — non vi sará dunque nulla di mezzo tra l’opprimere e l’esser oppresso? E se questi ci attaccano quando abbiam l’inimico alle porte? — Una guerra esterna costrinse gli abitanti di Taranto ad esser giusti. La morte dell’ultimo re Aristofillide1 diede occasione, dopo abolita la schiavitú domestica, di abolire anche la schiavitú civile, ed al governo dei re succedette quello delle leggi. Riuscì di persuadere al popolo che il miglior de’ governi è quello dove governano i migliori.

Perdonate se io mi trattengo molto a ragionarvi de’ servi. Io li amo. I tarantini mi chiamano, per derisione, il loro amico2, perché li compatisco, perché son lieto quando posso in parte diminuire il peso delle loro sventure, perché amo che i servi miei mangino un poco meglio degli altri, perché non ho, dicon essi, l’orgoglio di disprezzarli. E qual gloria, o Giove! può esser mai in disprezzar ciò che noi stessi crediamo vilissimo?3. Odio gli spartani, perché trattano tanto male i loro iloti. Essi hanno la caccia degli schiavi come quella delle fiere4. E per me sono grandi tutti coloro i quali hanno provveduto alla vita degli schiavi ed hanno condannati quei padroni che troppo duramente li trattavano. Voi ateniesi non siete stati gli ultimi a divenir umani5. Vi fu un tempo in cui

  1. Aristofillide fu l’ultimo re di Taranto. Erodoto, III. Vedi anche Grimaldi, Annali, vol. II.
  2. Atenodoro, ap. Ateneo, XII.
  3. Platone.
  4. Chiamavasi «crypteia».
  5. Demostene, Contro Midia; Ateneo, VI.