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86 PLATONE IN ITALIA

a questa in saviezza ed in virtú? Riunite i saggi di tutta la terra, e formatene tante famiglie; riunite queste famiglie, e formatene una cittá: qual citta potrá dirsi eguale a questa1.

— Nessuna — rispose Archita. — Essa non meriterebbe neanche il nome di cittá, perché le mancherebbe quello che solo cangia una unione di uomini in unione di cittadini: la vicendevole dipendenza tra di loro per tutto ciò che rende agiata e sicura la vita e la perfetta indipendenza dagli stranieri2. Tutti noialtri, il secondo giorno, morremmo di fame: tutti sapremmo fare la stessa cosa, e nessuno saprebbe quello che un altro non sa. Se vi si trovasse il nostro Ippia di Elea, per lui il male sarebbe minore. Questo nostro amico era, nel tempo istesso, matematico, agricoltore, muratore, calzolaio: tutto ciò, che egli abitava, vestiva, mangiava, era edificato, tessuto, seminato, raccolto, macinato da lui stesso3. Per Ippia, dunque, passi; ma per noi sarebbe un male. La nostra unione sarebbe un’ottima accademia ed mia pessima cittá. I nostri figli sarebbero costretti a cangiar vita; ed, abbandonati gli studi delle scienze e delle arti liberali, dovrebbero, per poter vivere, darsi tutti alle arti meccaniche, ed allora non vi sarebbero piú né Piatoni né Socrati... Saprebbero, tu dirai, la metá di quello che questi sanno... Ma saprebbero ciò che non si può sapere se non da chi sa moltissimo, ciò che sapeva Socrate, cioè di saper pochissimo? Essi saprebbero poco e, per questa istessa ragione, presumerebbero di saper molto. Credimi, Cleobolo: un mezzo savio è un pazzo finito.

Tutto l’errore vien dal creder la scienza talora piú, talora meno necessaria di quello che realmente è. Errano quei filosofi i quali voglion mettere il popolo a parte di tutti i segreti de’saggi; ed io ti predico che questo abuso produrrá nella vostra Grecia mali gravissimi ai popoli ed agli stessi filosofi, i

  1. È curioso veder in questo manoscritto lo stesso argomento, che poi ha riprodotto BAYLE, nei suoi Pensieri sulla cometa.
  2. ARISTOTELE, Politica, I
  3. CICERONE