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84 PLATONE IN ITALIA


precetti esposti a modo di proverbi e di parabole, il poter de’ principi si conserva per molte etá, si evita l’anarchia delle idee e si ottiene la mediocritá del bene, evitando il massimo de’ mali.

Nelle cittá colte le leggi civili debbono esser tutte diverse dai precetti di religione e di costumi: chiare, precise, inesorabili. Ma sapete voi perché? Perché, quando si dcbhon riformare, il che avviene spessissimo, il popolo tien altri precetti da seguire. Se il popolo allora si trovasse senza costumi e senza religione, si distruggereblie per anarchia, prima di darvi il tempo necessario a riordinare le leggi. Quindi è che erran egualmente e coloro i quali credon poter tutto ottenere colle sole leggi civili, e coloro che credono poter colla religione e coi costumi supplire alle medesime. Questi renderanno le vite de’ cittadini e le loro sostanze dubbie, incerte; quelli renderanno vacillante lo stato della intera cittá. È necessitá che vi sieno egualmente costumi, religione e leggi: uno che manchi, la cittá, o presto o tardi, ruina.

È necessario che un riformatore dia pochi precetti e molti consigli, ed i consigli sempre piú austeri de’ precetti. È utile avere in una cittá un numero di uomini piú virtuosi degli altri, che servati di esempio e di censori ai costumi volgari, seni pie inclinanti a corrompersi; che servano a dar uno sfogo a quell’ambizione, onde l’amor della virtú è accompagnato, al pari di ogni altro nostro affetto.

E questi uomini piú virtuosi degli altri, li lascerete voi inutili, o ve ne servirete a qualche onesto fine? Voi affiderete loro utilmente la vostra dottrina; quella dottrina che, propalata intempestivamente, potrebbe esser cagione d’infiniti mali. Per tal modo voi conserverete nella dottrina l’unitá sempre necessaria nella sua origine, quando vi è piú bisogno d’imparare che di disputare; e conserverete nel popolo il rispetto che segue sempre la virtú. Per tal modo la dottrina si propagherá piú facilmente, perché alla sua propagazione concorreranno il rispetto del popolo e la concordia de’ savi; e, riunendo la dottrina e la virtú, voi non solo avrete istruttori, ma anche magistrati che governeranno il popolo giá istruito.