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50 PLATONE IN ITALIA


Si narra che Pittagora, la prima volta che venne in Italia, predicasse l’astinenza delle carni. Mi hanno raccontato il ragionamento che allora fece agl’italiani, ed io potrei narrartelo.

— Che ne pensi tu di questo ragionamento? — dimandai a Mnesilla. — Io credo — ella mi rispose — che Pittagora abbia predicata la temperanza, e nulla di piú. Forse avrá predicata anche quella sua sublime legge di giustizia, die lega lutti quanti gli esseri dell’universo, ed avrá detto agli uomini che è ingiusto esser crudele col piú piccolo de’viventi. Quell’insetto, che il vento trasporta, che noi calpestiamo, che non sappiam distinguere dal fango che ci lorda i piedi, quell’insetto ha, al pari di noi, una vita ed un diritto alla vita; e tu, uomo, disprezzandolo, ti avvezzi ad esser ingiusto e crudele: prima lo sei coi bruti; a poco a poco lo sarai coi tuoi simili, coi tuoi fratelli, col padre tuo. La prima volta che il vostro popolo ateniese si tinse di sangue umano, incominciò dal condannar taluno che era veramente scellerato, ma ha finito col condannar a morte Telamene e Socrate1. Forse non è neanche improbabile che in tempi antichissimi e feroci, quando gli uomini, ancor barbari, non sapevano vivere di altro che di cacciagione, Pittagora, il quale volea trarli a quella vita civile, a cui non si perviene se non per mezzo dell’agricoltura, avrá detto loro: — Voi dunque non sapete viver senza sangue? Ed insultate per tal modo all’alma Cerere ed al padre Racco, quasi i loro doni non fossero sufficienti a sostenere la vita? E non vi batte il core, vedendo palpitar le viscere di quel giovenco, che voi avete ucciso a tradimento, mentre passava sulla strada, e che poteva esser l’utile compagno delle vostre fatiche? — Queste parole avrá dette Pittagora o qualunque altro, e le avrá rivestite dei colori piú vivi e piú atti a muover le fantasie de’ popoli. Quando si ha da fare col volgo, per colpir giusto, è necessitá mirar un poco piú alto. Il volgo, poi, della morale rammenta sempre il piú austero; perché, siccome la parte dominatrice della sua mente è la fantasia, cosí il primo di lui movente è il meravi-

  1. PLUTARCO, De usu carnium.