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30 PLATONE IN ITALIA

il piú opportuno al commercio. Nessun porto vi è sul Tonio, dalla punta di Leucopetra fino ad Adria, che possa preferirsi a quello di Taranto. Il porto di Brindisi, che forse potrebbe per ampiezza superare il porto di Taranto, manca finora degli uomini necessari a mantenervi un commercio molto esteso1. Tutti gli altri porti, che sono sul Ionio, sono piccoli ed incomodi. L’Italia al mezzogiorno di Taranto si va restringendo, ed il commercio è ivi diviso tra i popoli che sono sull’uno e sull’altro mare. Ipponio e Velia dividono il commercio di Locri e Crotone, e Reggio suddivide ancora il commercio di tutte e quattro queste cittá. Taranto si trova nella fronte dell’Italia che incomincia dalla Messapia a divenir spaziosa, ed è cosí il centro comune del commercio di molti popoli.

I tarantini hanno ciò che nel commercio è utilissimo, una derrata privativa, che non teme concorrenza, la porpora. Essi la traggono da due specie di conchiglie, una delle quali dá un liquore di turchino carico, e l’altra di un rosso chiaro. Dalla diversa preparazione e dalla varia mistura di questi due liquori nasce quella quasi infinita varietá di colori, che si vendono sotto il nome di «porpora». Il piú pregiato è quello che si rassomiglia alla violetta2. La quantitá della porpora, che in Taranto si prepara, è tanta, che dai cocci che avvanzano si è formato un monticello fuori della porta Marittima.

Preparano anche i tarantini una lana colla lanuggitie di un’ostrica. Questa lana è molto piú morbida della lana ordinaria; il suo color naturale rassomiglia un tessuto di squame di ferro levigato e di oro, e ne ha in parte anche il lucido3. I popoli vicini a Taranto sono utili al suo commercio ed alla sua forza. Al suo commercio, perché, non avendo essi arti, ed abbondando, dall’altra parte, de’ prodotti che loro somministra un terreno fertile e coltivato con diligenza, vendono

  1. Si vede che, al tempo in cui fu scritta quest’opera, Brindisi non era ancor quella che poi divenne all’epoca dei romani.
  2. Vedi l'Appendice IV.
  3. Vedi la stessa.