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foggiato dalla scuola pitagorica — Parallelo tra Orfeo e Pitagora — Differenza tra i filosofi e i «grandi in sapienza popolare» — Cattiva arte di governo far conoscere al popolo prematuramente tutte le veritá — Comunicare a un popolo lo spirito della vita senza inaridirne la fonte, tale il dovere del saggio — Tristissima condizione civile e politica d’Italia avanti Pitagora — Disegno di Pitagora: far dell’Italia una sola cittá — Donde la necessitá d’istruire coloro che dovevano reggere il popolo — Ragioni per cui Pitagora, e in genere i grandi riformatori, si dissero inviati da Dio — I cosí detti miracoli di Pitagora — Spesso nient’altro che tropi rettorici — Mirabile in Pitagora l’a proposito — Abari e Pitagora — Arte finissima con cui Pitagora riusci a salvarsi dalle insidie di Falaride d’Agrigento e a fargli perdere trono e vita — >Per convincere il popolo non basta la sola virtú — Vero saggio non è colui che abbia dette piú veritá, ma chi ne abbia persuase di piú utili — Pitagora difeso dall’accusa di soverchia religione. XV. Secondo ragionamento di Archita.p. So Necessarie cautele nel giudicare i grandi uomini — Stratagemma usato da Pitagora nel fondare la sua scuola a Samo — Inesorabilitá di lui in fatto di morale — Le oscure sentenze pitagoriche nient’altro che proverbi popolari — Interpetrazione di alcune di esse — Sono quasi sempre proverbi antichissimi, e non inventati da Pitagora — Difficile non l’inventare proverbi, ma scoprirli in un popolo e sapersene servire — Utilitá didattica dei proverbi — Perché le leggi civili debbano essere diverse dai precetti religiosi e dai costumi — Un riformatore deve dar pochi precetti e molti consigli — Utilitá degli esempi dati dagli uomini virtuosi — A essi soltanto un riformatore può confidare integralmente la sua dottrina — Collegi pitagorici e loro classi — Pitagorici e pitagorei — Dottrina interiore e dottrina esteriore nella filosofía pitagorica, quella segreta e questa pubblica, e perché — Ottima accademia ma pessima cittá quella di soli sapienti — Un mezzo savio è un pazzo finito — Errore tanto il mettere il popolo a parte di tutti i segreti dei saggi, quanto il vietargli i buoni studi utili alle arti — Ottima cittá quella in cui ciascuno sia al suo posto — Rispetto per gli dèi e pei maestri voluto da Pitagora — Stolto, pei saggi, disputare delle loro dottrine davanti al popolo — Dovere imprescindibile dei maestri di non farsi mai mancar di rispetto — Bisogno, per le dottrine destinate a produrre riforme popolari, di collegi, iniziazione, segreto — Misteri eleusini e di Samotracia non piú utili quando diventati troppo comuni — Ma i collegi non debbono mai isolarsi dagli uomini — Triplice fine dei collegi pitagorici — Diffusione del pitagorismo nella Magna Grecia,