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che un cittadino utile (0. Ma gl’italiani son caduti nell’estremo opposto: non hanno piú atleti, e tra poco non avranno neanche soldati. Sono gl’italiani troppo ammolliti dalle ricchezze, troppo avviliti dall’oligarchia. La mollezza abborre la fatica che la ginnastica richiede, l’oligarchia teme la forza che dá al popolo. Si aggiugne che facile in Italia è l’aver soldati mercenari: i campani, i bruzi e, sopra tutti gli altri, i galli vendono le loro braccia e l’anima loro a chiunque voglia comprarne. I cartaginesi sono stati forse i primi a darne l’esempio. Dionisio lo ha confermato ( 2 ). Chi vuol dominare crede utile aver una forza che non sia quella del popolo; lo crede utile chi per mollezza piú non arrossisce di servire. — Pagate, ed io sarò sicuro — dice il primo. — Paghiamo, e saremo tranquilli — dice il secondo. — Stolti che siete ambidue! — dice Platone: — non sarete né tranquilli né sicuri, ma vi esporrete a doppie sciagure: a quelle che i vizi e la stoltezza cagionano, ed a quelle altre che la debolezza non può evitare. — — Vuoi tu — mi ha detto Platone, ragionando di tali cose, — vuoi tu un segno certo, infallibile, per distinguere un governo umano da un governo tirannico? Questo tenta estinguere ogni virtú militare nel popolo. Il despota avrá satelliti, avrá eserciti: il volgo, vedendo il numero de’ suoi armati, dirá che il suo governo è governo militare; ma in veritá sará un governo di sbirri, o, se cosí si vuole, sará militare il governo, ma non il popolo. Il despota non vuol cittadini, ed estingue quella virtú, che ne forma l’anima. Che è mai l’uomo? un animale guerreggi ante (3). Ed un cittadino che è mai? un animale guerreggiante con disciplina comune. — So che in questo tu dissentirai da Platone. Rammento averti udito dir piú volte che il nostro maestro dava troppo alla virtú militare. Tu credi che vi sieno le virtú della guerra e quelle (i) Aristotele, ibidem. (j) Vedi l’Appendice III. (3) Platone, in Sophista.