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fu cagione di molte sedizioni. Il censo fu moderato, ma rimase la legge che proibiva la vendita de’ beni. In poco tempo essi si riunirono nelle mani di pochissimi; il governo divenne di nuovo oligarchico, e, per un effetto di queU’ordinc naturale per cui gli estremi si toccano, all’oligarchia succedette l’oclocrazia (0. L’abuso dell’oligarchia preparò gli animi alle sedizioni, che coll’opera de’ bruzi andò suscitando Dionisio in tutte queste cittá d’Italia. La sola Taranto fu libera da questa peste, perché nella sola Taranto il popolo era contento. Quella repubblica avea de’ terreni comuni, che il popolo coltivava; avea molte arti e vasto commercio, sorgenti di agiato sostentamento per quellaltra parte del popolo che non possedeva terre; le magistrature distribuívansi in modo che tutti avessero diritto a pretenderle, ma i soli buoni ad ottenerle (*). Perché in Taranto non nacque tra la plebe il desiderio di esser padrona? perché non era serva. Perché in Metaponto, in Eraclea, in Turio, in Crotone, in Locri la plebe volle tutto? perché i nobili non avean voluto lasciarle nulla. E per una cittá il pericolo è egualmente grave, e quando il gran numero ha tutto, e quando non ha nulla ( 3 ). In Locri l’oligarchia vive ancora una languida vita, che si mantiene a spese di tutto il popolo. Pochi possiedono, come in Isparta ( 4 ), quanto vi è di terra nella repubblica: questi pochi la coltivan male, ed i molti, che la potrebbero coltivar bene, non ne hanno. Non vedi in Locri che terre deserte ed uomini miserabili! Tra i nobili si scelgono mille, i quali formano il senato, che poi sceglie i giudici; e dalle sentenze di costoro si appella allo stesso senato. Il capo di tutto il governo chiamasi «cosmopolita» (5). (1) Aristotele, Politica, V. (i) Aristotele, Politica, V, 7. (.3) Idem, ibidem, III. (4) Idem, ibidem. (5) Polibio, XII.