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Ma quale degli spettatori avrebbe potuto dire: — Questi c Socrate? — Ed ecco come la perfezione di ogni arte tende sempre alla perfezione della cittá, ed i mezzi per ottenere in quella il bello non sono diversi dai mezzi per ottenere in questa il buono. — Nessun altro io conosco, che intenda meglio di Alesside i segreti dell’arte sua. — La commedia che non piace — continuava egli — non istruisce; e quella commedia non piace, la quale ci dá un’istruzione di cui non abbiam bisogno, e dipinge idee ed affetti non nostri. Quella piace al maggior numero ed al maggior numero è utile, che, dipingendo idee ed affetti piú comuni, contien la materia di piú comune istruzione. Hai tu mai udita una sinfonia, in cui si riuniscono con armoniche proporzioni moltissime voci, tra le quali alcune sono acutissime, altre gravissime, altre finalmente medie, e quasi diresti legamenti tra le altre due? Or le prime e le seconde, sole, o non piacciono mai ed a nessuno, o piacciono a pochissimi e sol per poco. Pare che la nostra macchina non risuoni alle medesime, come, al contrario, avvien sempre, quando di due istrumenti accordati al diapason (0 se ne tocca uno. Le idee e gli affetti comuni sono le corde medie, il suono delle quali piace a tutti gli uomini. Or tutto cangia nella vita dell’uomo, nella successione del genere umano. Le passioni ed i pensieri di una etá non sono i pensieri e le passioni di un’altra; diversi sono i costumi; e gli uomini si possono dir simili solo nel senso istesso in cui diciamo che le acque, che oggi scorrono per un fiume, siano le stesse di quelle che vi scorrevano ieri. Cosí cangian del pari la commedia e la tragedia, ed hanno anch’esse tre etá, al pari dei costumi de’ popoli. Tra voi la poesia rappresentativa è meno antica che tra noi. Ben poche olimpiadi contate dalla morte di Tespi e di Frinico, padri della vostra tragedia. Quando il siciliano Epicarmo si avea (i) All’ottava.