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collegio pittagorico ed un legislatore. Invitarono Clinia da Taranto, e da Crotone Filolao, cui affidarono la somma delle pubbliche cose. Essi lo videro condottiero delle loro armate, e fu valoroso; oratore de’loro interessi ai popoli vicini e potenti, e fu fedele e prudente; arbitro di tutti i loro giudizi pubblici e privati, e fu incorrotto. Quell’uomo, che era stato per venti anni il supremo, l’unico moderatore di una cittá popolosa, ricca, potente; queU’uomo (rammentalo, o mente, ai posteri) è morto poverissimo, e noi abbiam vista la sua famiglia errar per l’Italia, mendicando dalla pietá degli amici del padre i soccorsi per sostentare la vita. Ma gl’iddii rivolgevano contro gl’italiani disegni di altissima punizione. Non bastavano i mali che Dionisio avea prodotti colla guerra. Vincitore de’ reggini, amico ed alleato per affinitá de’ locresi, padrone di Caulonia, vedeva che la potenza de’ lucani formava un ostacolo insuperabile all’esecuzione de’ suoi disegni. Ed eccoti che, ad infievolir questa potenza, egli tenta destar negli animi de’ bruzi pericoloso desio di nuovi ordini, onde nascesse il malcontento contro gli antichi, l’inimicizia ne’ cittadini, la discordia, la disobbedienza, la debolezza nel popolo intero. Veggo qui molti bruzi; ma non per la loro presenza io mi arresterò dal dire ciò che credo vero; e lo dirò tanto piú volentieri, quanto che l’esperienza di molti anni li ha dovuto convincere che né per rivoluzioni né per guerre civili si migliora la sorte delle cittá e de’ cittadini. La guerra giá ardeva in Italia per la stoltezza de’ locresi. Voi, bruzi, incominciaste a delirare per ordini nuovi, obbliando che i migliori son sempre quelli ai quali i cittadini sono piú ubbidienti. Vi fu facile infranger gli antichi: tutti foste concordi, quando si trattò solo di distruggere, di separarvi dai lucani. Ma, appena si tentò di riedificare, sursero quelle passioni private, che fino a quel punto avean taciuto; ciascuno non udí piú che il suo interesse; e quelli stessi, che non ne aveano alcuno, si mossero, allettati dalle promesse insensate, che loro facevano gli ambiziosi. Allora chiunque non curò piú la sua vita, divenne padrone della vita altrui; chiunque