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decidere una contesa, si domanda sempre il parere del pili vecchio, Archita disse a Ponzio: — Gie ti pare, buon amico, de’ discorsi de’ nostri giovinetti? — Date lode agli dèi — disse egli, — o giovinetti, perché vi abbian fatto dono di animi tanto ben formati, che in quella etá, in cui tutti gli altri, trascinati dalle passioni de’ sensi, consumano tutto il vigor della mente dietro vani piaceri, onde ne aspettali poi prematura, misera e vergognosa vecchiaia, voi lo rivolgete a quegli oggetti che vi possono rendere degni della stima degli altri e della vostra. Felice quella cittá in cui anche nelle cene si ragiona di virtú! Io me ne congratulo e colla vostra patria, e coi vostri genitori, e con voi stessi, e coi figli vostri. Se poi da me aspettate dei discorsi simili a quelli che or ora ho uditi da voi, la vostra speranza è vana. Né v’inganni la stima che Archita e Platone mostrali per me, perché essa in parte si deve all’amicizia, la quale, come sapete, suol accrescere il merito nella persona dell’amico, ed in parte non alle dottrine che io ho professate, ma alle azioni che ho esercitate. Questi miei capelli bianchi ben vi mostrano gli anni miei. Io mi avvicino al termine delle cose mortali, che lascio colla persuasione di aver sempre amata la virtú. Ma ne’ nostri monti non penetrarono ancora né le arti, né le scienze che ingentiliscono i costumi e rischiarano la ragione degli abitanti di Taranto e di Atene. Noi siamo ancora quali si dice che fossero un giorno i nostri avi: «gente rozza e nata dai duri tronchi degli alberi»; ci contentiamo di oprare e lasciamo agli altri la cura di ragionare; e, se avvien talora che alcuno ne domandi: — Ma perché fate, ma perché non fate questo? — altra risposta 10 non saprei dargli se non che cosí faceva mio padre. Né mio padre seppe mai addurne altra, né forse altra ne saprá addurre mio figlio. Cosí oprando, cosí pensando, io ho vissuto finora i miei giorni tranquillo; perché tranquillo è sempre l’animo di colui 11 quale fermamente crede di oprar bene. Ma, se questa credenza gli viene a mancare, se la sua mano opera contro il precetto della sua niente, se opera mentre la sua mente è in-