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implacabili nemici, e tanto piú da temersi quanto piú sono oppressi; perché allora nascondono i disegni di vendetta, ed aspettano a nuocere quelle occasioni che ci rendano o piú deboli o piú negligenti, e che la stessa intemperanza del comandare rende piú frequenti. Or credi tu che possa esservi giustizia nelle leggi di quella citta, in cui è permesso ad una parte de’ cittadini di viver nell’ozio e ne’diletti a spese dell’altra?... A spese dell’altra... sí; poiché, qualunque aleno i freni che ti piaccia imjjorre agli smoderati desidèri altrui, è inevitabile che o le leggi vincano i pravi costumi, o che questi rompan quelle, o che una parte della citta miseramente perisca. Il fine delle leggi non è dunque quello solamente di prescrivere ciò che gli uomini dehban fare, ma anche quello di avvezzarli ad oprare a seconda de’ precetti. Quando tu avrai incise le leggi della tua citta sulle tavole di bronzo, nulla potrai dir di aver fatto, se non avrai anche scolpita la virtú ne’ cuori de’ suoi cittadini. Leggi e costumi, ecco i due principali oggetti di tutta la scienza di governare le cittá. Le prime debbonsi dedurre dalla cognizione dell’ordine eterno di tutte le cose, che è per la sua natura sempre buono, sempre vero, sempre lo stesso; e coloro i quali le traggono dalla natura corrotta de’ nostri popoli, invece di evitare il delitto, lo sanciscono e. anziché ritrovatori di leggi, io li chiamerei corrompitori delle medesime. Se un ordine universale vi è, sarebbe stoltezza credere che siavi invano. E, se non vi è invano, è ragionevole pensare che quelle cose si stien bene, che a tale ordine si adattano; quelle altre male, che dal medesimo si discostano. La legge è sempre una, perché la natura dell’intelligenza è immutabile. Mutabile è la natura della materia, di cui gli uomini sono in gran parte composti; e quindi è che i costumi inclinan sempre ad allontanarsi dalla legge. È necessitá, dunque, conoscere del pari la natura sempre mobile di questo fango di cui siamo formati, onde sapere per quali cagioni i nostri costumi si allontanano dalle leggi, per quali modi, per quali arti possan riavvicinarsi alle medesime; il che forma l’oggetto di tutta la scienza dell’educazione: non di quella educazione che