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Queste lacune però han reso ben difficile il disporre tutte le parti del manoscritto in una serie conveniente. Si potean ordinare e per materia, come suol dirsi, e per tempo. Io ho creduto piú facile la seconda, perché la prima disposizione mi obbligava a molte traslocazioni, e perché anche, tra ’l disordine in cui era il testo, appariva che le varie parti eran state in origine disposte per serie cronologica.

Talune parti aveano ed il nome ed il carattere di una lettera; si leggeva e da chi ed a chi erano scritte: in talune altre mancava il nome or dell’uno, or dell’altro, or di ambedue. Ho lasciata ciascuna parte quale si era ritrovata: ove vi è mancanza, supplirá l’ingegno tuo, o lettore. Spesso nel corso dell’opera è indicata la ragione per la quale una parte si trova in un sito anziché in un altro; ed ho tentato cosí di dare un nesso a quelle idee ed a quei fatti, i quali pareva che non ne avessero alcuno. Tu vedrai con quanta felicitá io vi sia riuscito.

Duoimi però che tali lacune ci abbian privati di molte desiderevoli notizie sullo stato politico dell’Italia e sulla filosofia di Pittagora, la quale pare che sia il soggetto principale del libro. Duolmi sopra tutto veder lacune piú grandi ove parlasi delle cose di Sicilia, la di cui storia è nel tempo istesso tanto importante e tanto oscura. Perdita tanto piú dolorosa, quanto piú singolari sembran talora esser le opinioni di colui, chiunque egli siesi, che ha scritto questo libro. Se esso ci fosse pervenuto intero, avremmo, o lettore, una storia della Magna Grecia diversa da quella di Golzio, ed una storia della filosofia italica diversa da quella di Scheffero e di Brukero.

Ho tentato di supplire a questo vòto con alcune mie note, le quali si troveranno riunite in fine dell’opera, sotto il nome di «appendici». Ma io le considero come due braccia, che un dozzinale artefice moderno voglia rimettere ad una bella statua antica. Solo ti prego, o lettore, se mai talune cose, che leggerai nel testo, ti sembreranno strane e lontane dalla comune opinione, a non volerle tosto condannare, ma a sospendere il giudizio tuo finché non abbi lette le mie appendici. Anche in me la lettura del testo produsse una quasi nauseosa sensazione di