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— Mio avo sapeva a memoria Omero e Tirteo; e diceva quelli soli esser poeti, perché rendevano gli uomini piú coraggiosi e piú grandi; qualche libro d’inni sacri, perché credeva che la divinitá dovesse esser adorata; molti almanacchi e qualche libro di segreti, — Dunque... — Dunque? — Tuo avo non si perdeva dietro la crapula, il gioco e le donne, e non si perdeva neanche dietro una scienza frivola. L’uomo, che non sa esser virtuoso, seconda tutte le sue passioni e crede, lusingandone una, di risecar il tempo alle altre. Io non so come avvenga; ma quanti piú vizi abbiamo, piú tempo ci avanza per tutti. —