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la plebe non ne avea in quello della sua liberta. Accresceva il furor delle sètte la memoria dell’origine diversa che aveano avuta gli abitanti di quella cittá; e, mentre uno si ricordava di esser italiano e faceva suonar dinanzi a lui il gran titolo di figlio della stessa terra, altri rammentava di esser messenio, altri si vantava di esser calcidese, tutti obbliavano di esser reggini. Anassilao era il principale tra’ messeni, discendente da quell’Alcidamida che primo regnò in Reggio (O; ma egli fu giusto, e, messe da parte le stolte pretensioni di ciascuno, si proclamò sostenitore de’ sacri diritti di tutti. — La sua giustizia non è che ambizione — dicevano i suoi nemici. Ed egli rispondeva: — Tutti noi siamo egualmente ambiziosi, ma io solo so esserlo per mezzo della giustizia. — La posteritá forse rimprovererá ad Anassilao il smodato desio d’impero, per cui, ne’ diciotto anni ne’ quali tenne il regno, troppo frequentemente turbò la Sicilia e l’Italia. Ma le cose e gli uomini erano in istato tale, che desideravano un padrone. «Tu mi raccomandi — scriveva a Ierone. il quale avea presa la difesa dei locresi, — tu mi raccomandi i diritti di pochi, e mi accusi perché li turbo; e non pensi ai diritti di tutti gli uomini che io difendo. Ti sono a cuore gl’interessi degli uomini, e non pensi a quelli dell’umanitá. Sostieni i diritti della generazione presente, e credi che essa non abbia verun obbligo verso le generazioni avvenire. Ma io ti dico che, se i miei cittadini fossero stati tutti savi e giusti, Anassilao sarebbe vissuto nella sua patria eguale a tutti gli altri, e dopo la sua morte i cittadini e gli esteri non avrebbero rammentato altro di lui che la sua virtú e la sua ospitalitá. Or le loro stoltezze e le ingiustizie loro fanno si che, non potendo regnare le leggi, regni almeno uno che le faccia osservare, e non permetta che per le loro scellerate contese si riduca a deserto quella terra, sulla quale pur hanno qualche diritto i posteri nostri». Ai suoi tempi il maggior numero delle cittá d’Italia si sollevò contro i pittagorici. Sia detto a lode dei tarantini: essi (i) Muri sani, Marmi reggini illustrati.