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le, questo l’è il segno di esser cotta, allora la porrai subito ne’ vasi.
Confettura di prugne sane.
Prendi quelle, che ti saranno più in grado, ma sempre le più grandi, e le ottime, e proprie per l’oggetto, sono quelle dette pappacode.
Ne prenderai un centinajo, e le farai imbianchire nell’acqua bollente, e quando saranno morbidi sotto le dita, le toglierai ritirandole in acqua fresca, togliendone poi la piccola pellicola, che da se medesima si spellerà. Farai il giulebbe di rotoli due di zucchero, che schiumerai benissimo portandolo alla settima cottura da me denominata la piccola, e grande plume, e giunto che sarà a tal punto accomoderai le prugne ad una ad una in un polsonetto, perchè non si guastino, ed intiepidito che si sarà lo giulebbe glielo verserai di sopra, facendoci dare pochissimi altri bolli. Fatto ciò, con moltissima diligenza le riporrai in un vase di terra assieme col giulebbe: il giorno seguente osserverai, che le prugne han tramandato molto umido e vedrai che sul vase, sembri come se si ci fusse versato qualche bicchiere d’acqua, allora, ti ripeto sempre, usare moltissima attenzione (perchè diversamente facendo, schiacceresti tutte le prugne, e qual sarà poi il frutto del tuo incomodo?) le toglierai dal giulebbe, e le farai sgocciolare in un setaccio, non facendo mai perdere quello siroppo che ne colerà e che rimetterai con l’altro; dipoi farai novellamente bollire il giulebbe, seguitandolo a schiumare, e lo porterai alla medesima cottura, e quando si sarà per mettà raffreddato, accomoderai le prugne nel vase di terra, e ci ver-