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tura come di sopra ho detto. Quando saran cotti, e raffreddati tutti li descritti fondi di pasta, adatterai nel piatto corrispondente un tovagliolo, ovvero una salvietta, e su di esso ci situerai il primo fondo più grande, in esso ci porrai delle fettoline di pane di spagna e ti raccomando di tagliarle precisamente uguali (e ce n’è la sua ragione, perchè se queste fussero difforme, ti darebbero un piano ineguale, e dovendo alzare questo gattò facilmente, o crollerebbe tuttto, oppure da qualche lato farebbe una mossa, ed allora perderesti tutta la tua manifattura e più l’occhio non rimarrebbe pago) su di queste fettoline, ci porrai una qualità di crema (che di già avrai precedentemente fatta; e che sia raffreddata) perchè diversamente la pasta frolla si aprirebbe e colla punta del coltello l’accomoderai in modo, come se fusse un piccolo rialto levigando bene all’intorno della crema medesima, la quale sarà un tantino più forte, non dovendo essere più alto, che di due dita; su di questo ci adatterai l’altro fondo di pasta frolla meno grande e farai lo stesso con altra qualità, e colore di crema, e così farai fin che son terminati i fondi di pasta, badando, di rimanere i bordi de’ fondi sempre scoverti:

Terminata questa operazione, se ti piace potresti guarnire di piccole mirenghe, e queste dovran essere di quel medesimo colore, che avrai fatto le creme, adattandole fra un vuoto, e l’altro de’ fondi di pasta frolla, e precisamente impiastrandole leggermente nei dintorni della crema; or fatto così questo gattò non sarà grazioso, e di una figura Cinese? e ti prego calcolare nel tuo pensiero, che questo gattò dovrà figurare come quei piatti montati per riposto in dove si pongono