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La cottura di questa crema l’è più difficile delle altre perchè l’è più tarda ad indenzarsi perchè non vi sono dei torli d’ovi, sicchè farai due pruove per conoscerne la vera sua cottura, la prima è, che nel mentre giri si principia al disopra ad aggrinsirsi dimostrando delle rughe, l’altra poi l’è più materiale, cioè versarne un poco in un piattino e prendendo aria di fresco rimane talquale, allora è fatta, e la toglierai dal foco, versandola ove ti piace.
avvertimento.
Per dovermi trovar sempre conseguente nelle mie promesse ricordo, che il ricettario per le creme, è quello com’è prescritto nella prima di esse, ma per la quantità del prefisso numero di dodeci coperti prenderai due caraffe di latte, e su diqueste, darai il dippiù in proporzione.
Dei Gattò.
Il gattò può farsi in varie maniere, cioè o farsi la dose del pane di spagna, versarla, o in una forma tonda di carta, o in una casseruola unta appena di butiro, e cuocere il detto gattò. Lo sformerai facendolo raffreddare, e ci farai un buco nel mezzo togliendone quasi tutta la mollica, e restare il solo guscio. In quel buco ci porrai della crema che ti piace o sola, o mescolata con quella mollica che ne avrai tolta, lo situerai in un piatto, otturando la superficie del buco col pezzo, che diligentemente ne avrai tolto, e con salvietta sotto potrai servirlo anche così, oppure passarci la pasta mirenga sopra, ed ingrostarlo sotto al fornello.