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d’ore di bollimento potrai osservare se siasi cotta, togliendola dall’acqua bollente, e pianin pianino aprirla, e vedere, che sicuramente la troverai cotta, la ricoprirai di bel nuovo, e la terrai calda nell’acqua bollente medesima.
Quando dovrai servirla, ne toglierai il coverchio proprio, e la rivolterai sopra di un coverchio di casseruola tenendo la forma sopra, per farne uscire tutta l’acqua, che si ci è introdotta, e quando ti sarai assicurato esserne uscita tutta l’acqua la rivolterai togliendone il coverchio di casseruola, ed in vece ci adatterai il piatto in cui dovrai servirla, e rivoltandola novellamente con somma attenzione alzerai la forma e rimarrà nel piatto la granata, e tenendo pronto dell’ottimo colì ne porrai nel piatto, e così la servirai.
Ti avverto che la prima volta vorrai fare questa granata, onde ti riesca meno difficile, giacchè la massima pazienza è nel situare nella forma le benedette erbe in modo che vadino a disegno, altrimenti l’occhio non resterà soddisfatto. Prenderai perciò delle pastenache, e de’ ravanelli di ugual calibro, e dopo di averli ben nettati li taglierai per tondo a fettoline, ma che non sieno tanto sottili; quindi prenderai una forma che non abbia alcun lavoro, ed in essa situerai una presso dell’altra le anzidette fettoline con simmetrico intervallo sempre all’intorno, come se vorresti farci una fodera, e sopra ciascun filo porrai le altre fettoline in modo che quella di sopra occupi il vuoto delle due di sotto; e così farai la cassa di tutta la forma. Quindi con destrezza farai l’altra controcassa della carne pesta; e finalmente nel vuoto della carne ci porrai il solito buchè, ossia raguncino.
Similmente potrai fare la granata di pesce,