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que a quindici persone! E se io mi alzo a parlare della guerra, centinaia e centinaia di persone si fermano, in pochi minuti, ad ascoltarmi. Non si fermano soltanto perchè è Crooks «l’uomo del popolo» che parla loro da trent’anni, ma accorrono perchè parlo loro della guerra.

Un giorno, mentre passeggiavo per una via del mio quartiere, in compagnia di un giovane vestito in khaki ch’era tornato di recente dalle trincee, questi incontrò un suo antico compagno: «Oh Bert! — gli disse — perchè non sei vestito in khaki? Non ti sei arruolato?» «No! — rispose Bert — non sono tanto stupido!» E cominciò a sfoderare argomenti contro la guerra.

Il mio compagno non potè ascoltarlo a lungo, ma io rimasi a parlare col giovane e alzai la voce a bella posta per attirare l’attenzione dei passanti.

«Ho osservato — dissi — che prima di rispondere al vostro amico, voi vi siete tolto una sigaretta dalle labbra. Una sigaretta! È un lusso, converrete! E non capite che è mercè sua e di quelli che come lui fanno il loro dovere, che voi ed i vostri compagni potete vivere tranquilli nelle vostre case? Che è mercè sua che potete avere il necessario e anche il superfluo? Voi ricusate dunque di fare la vostra piccola parte per impedire al Kaiser di assassinare le donne e i bambini?».

Già numerose donne, circa una cinquantina, si erano radunate intorno, ad ascoltare. Io proseguii: «Lasciate ch’io vi racconti un incidente avvenuto in una stazione ferroviaria del Belgio, poco tempo fa. Un treno si trovava là, carico di ottocento donne, maritate e nubili. Esse erano state strappate alle loro case, alle loro famiglie dai soldati tedeschi. Le lagrime scorrevano giù per le loro gote, e le loro mani si protendevano supplici, verso un amico neutrale lì presente. «Dove an-