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nell’anno 1553, addì 9 aprile (per strumenti rogati l’istesso giorno dal Not. Antonio Risso) ove l’Agostino è qualificato berrettaro, arte che sembra tradizionale nella famiglia.
Nella fiera pestilenza che nel 1504 incrudelì in Savona, per cui morirono sette mila persone su 25 mila abitanti che, secondo il Verzellino, allora contava la città, mori Filippo avo di Gio Agostino, e suo zio Raffaele.
Egli stesso ci fa sapere che ne fu tocco scrivendo... Ebi due angonagie e uno carbone... e mia madre mai me abandono e per gracia de Dio io scampai... (ms. pag. 29).
Carattere avea energico, e fin da giovinetto prendeva parte attiva alle vicende della patria. Quando i Genovesi nel 1508 mandarono due galeoni in Vado per impedire l’ingresso nel porto di Savona a qualsiasi nave, scrive: e yo ge sono stato in persona a yutali a defendere con la mia balestra (ms. pag. 30).
Ed allorchè nel 1515 i Genovesi cercarono proditoriamente prendere nel porto di Savona un pontone dei cittadini Scarella, scrive: per cio oviare ge era in persona con la mia balestra de eta di ani 20 (ms. p. 33).
Nel 1522 i partigiani degli Adorni lo fecero castellano de lo castelo de Santo Giorgio e con lui entro 50 iovani de Lavagnola (ms. p. 35). Faceva pur