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destreggiatasi indarno, fra tanto tramestìo d’armi e di fazioni, a scuotere il giogo della potente rivale, finì col perdere, invece, coll’ultimo avanzo di sua libertà, quello stato di floridezza e potenza a cui s’era levata dopo secoli di virtù e d’energia.

Fu a lei fatale dopo la morte del suo gran Papa, la memorabile giornata di Pavia, nella quale, per la sconfitta delle armi francesi, cui aderiva, cadde senza difesa in piena balia di Genova, la quale, colto il momento propizio, ebbe tutto l’agio d adempiere a suo danno l'antico voto.... Delenda Saona.

Augurando che cosiffatti avvenimenti riescano non pur d’istruzione, ma di utile scuola a’miei concittadini, passo ora a parlare, per quanto la scarsità dei documenti mel permette, della famiglia e della persona del nostro Cronista.

Già sino dal 1376 troviamo la famiglia Abate domiciliata nel borgo di Lavagnola in persona di un Ferrerius Abbas, che possiede terre a Ranco, come da atti del Not. Leonardo Rusca. Numerosi poi in detto borgo sono gli appartenenti a tale casato dal 1400 ad oltre la metà del 1500, come lo provano molti atti notarili, ne’ quali gli Abati sono quasi tutti qualificati come esercenti l’arte dei Berettari. Si trova anche il nome degli Abati dal 1546 al 75 su i Registri di Battesimo della Parrocchia di S. Pietro in Savona, il che proverebbe essere stato