Considera appresso: rompendo questi patti, macchiandoti di tale peccato, qual bene procaccerai a te e ai tuoi amici? Che tu metterai i tuoi amici nel pericolo d’essere sbandeggiati dalla città, o di esser privati di tutte le loro sostanze, è chiaro quasi1. Quanto a te, poi, se ti rifuggirai in alcuna delle città più vicine, come Tebe o Megara (chè si reggono con buone leggi tutt’e due), tu entrerai là come un ch’è nemico del loro reggimento2. E quelli che hanno a cuore la loro città, ti guateranno con occhio bieco, immaginandosi che tu sii un corruttore delle leggi: e raffermerai nell’animo de’ giudici la credenza che abbiano giudicata la tua lite dirittamente; imperocchè chi è corruttor delle leggi, può ben parere corruttore



  1. Critone aveva còlto giusto, che Socrate si preoccupava anche di lui e degli altri amici. Ma era tutt’altro che la principale considerazione, che sconsigliava a Socrate di fuggire. Anzitutto, Socrate aveva il dovere di non disobbedire alle leggi patrie; tra l’altro, disobbedendo, avrebbe messo in grave pericolo gli amici, e reso ridicolo sè.
  2. Violatore delle leggi patrie, apparirà capace di violare ogni altra legge sotto cui prenda a vivere. Tebani e Megarici lo sentiranno nemico del buon ordinamento delle loro città giacchè osò sottrarsi alle leggi della sua patria.