tu di’1; neanco se questo volgo strapotente mi spaventasse, come si fa i fanciulli, con ben altri modi più spaventevoli che non la carcere, la morte e lo spogliamento delle sostanze2. Ora, come s’ha a fare per considerar bene la cosa? Così: ripigliando quello che tu di’ delle opinioni3, ed esaminando se si è o no detto giustamente tutte le volte, cioè che si ha a badare ad alcune opinioni, e all’altre no4; ovvero, se prima si avea ragione a dire che bisognava che io morissi, ma che proprio ora s’è trovato che si disse così per dire, ma ella fu una sciocchezza veramente e una burla5. Critone, io desidero esaminare in compagnia tua quelle ragioni, se mai ci paressero, ora che io son così, mutate, o le medesime; e rigettarle, o ubbidire! Quei che le parole non le buttan



  1. Bisognerebbe che Critone dimostrasse ora che si ha, il diritto di disobbedire alle leggi patrie; solo a questa dimostrazione, quando risultasse inoppugnabile, Socrate si arrenderebbe, perchè arrendersi sarebbe, in tal caso, seguir la ragione.
  2. Carcere, morte, spogliamento delle sostanze è tutt’altro che il peggior male per Socrate.
  3. Le opinioni del volgo, che Critone si dimostri avaro se non fa fuggire Socrate, ecc. A quelle δóξαι Socrate contrappone i λóγοι, i ragionamenti, ai quali soli bisogna dar retta.
  4. Socrate ha vinto, nel suo pensiero, le suggestioni sofistiche affermando che, poiché discordano, non sono egualmente validi i ragionamenti del saggio e le opinioni dell’uomo volgare: solo i primi meritano d’essere ascoltati e seguìti. Se così parve finora, parrà ora diversamente?
  5. Un ragionamento ha sempre mostrato che alle leggi patrie bisogna obbedire a costo della morte; è ora sopravvenuto un ragionamento nuovo a sovvertire l’antico?