Socrate. Che è? è arrivata la nave da Delo, la quale come arriva, io avrò a morire?1

Critone. Ancora no: ma io mi penso ch’ella abbia ad arrivare oggi, secondochè dicono alcuni, venuti da Sunio, dove la lasciarono2. Ah! dalle loro novelle è chiaro che oggi arriverà bene, e domani di necessità è che tu abbia a finire la tua vita3.



  1. Socrate, condannato a bere la cicuta, e consegnato agli Undici, non aveva potuto morir sùbito, perché era legge in Atene che nessuno fosse messo a morte finchè non tornasse da Delo l’Ambasceria sacra, inviata appunto di quei giorni. Il ritorno della nave sarebbe stato segno di morte per Socrate.
  2. La nave era già al capo Sunio. Doppiato che l’avesse, sarebbe giunta in vista di Atene. L’arrivo, dunque, era imminente.
  3. Socrate morrà: al cader del sole. Ma tutto il giorno disputerà coi suoi più cari, e li convincerà ch’è ben verisimile che l’anima dei buoni abbia, dopo morte, beatitudine: giacchè è sicuro che l’anima, al morire del corpo, non dilegua anch’essa. Le sacre speranze di Socrate, che l’anima non perisca, e goda se fu buona, son consegnate nel Fedone, il dialogo ch’è immaginato tenuto dopo di questo Critone.