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34 capitolo primo

Ei s’aggrappa tanto più fieramente alle sue vecche formole, quanto più le vede minacciate dalla critica moderna ch’egli detesta con implacabile odio, benchè spesso velato da reverenze ipocrite. Lo spiritualista è, per così dire, concetto nel mondo dogmatico, è amico delle specie stabili, comunque si porgano; guai a chi osa d’abbattere quegli ultimi avanzi del feticismo filosofico; guai a chi parla dell’intelligenza come d’un fenomeno storico che ha le sue leggi al modo di qualunque altro fenomeno. Lo spiritualista, fatto infallibile, ti scomunica dai suo cenacolo, e ti accusa corno traditore di quella verità ch’ei solo possiede, e di cui si tiene pontefice solo.

    628, seg.) Non si va pur oggi dicendo che la dottrina darwiniana è una ipotesi non avverata dai fatti, quasi che lo spiritualista avesse un sol fatto scientifico che avverasse la sua fede filosofica, e i fatti immensi, incontrastabili, di quelle tre scienze che ho toccate, non bastassero a qualunque dottrina, per essere non solo scientifica ma certa. E quei fatti gli han forse spiegati altrimenti? tutt’altro: gli hanno saltati via senza comprenderli; giacchè quasi sempre lo spiritualista è molto ignorante delle scienze fisiche; o se ne raccapezza qua e là qualche frusto, interponendolo fra le sue idee, si vede, al modo che fa, che per lui hanno un valore di seconda mano, cioè come riprova delle sue speculazioni nelle quali, per esso, unicamente si trova il criterio della verità. Se voi gli dite che quel criterio conduce ad un mondo caduco, egli vi grida che il mondo caduco è quel della scienza che rompe la realtà vivente in un atomismo meccanico, e che l’unità non gli può venire che da uno spirito di sopra da lui e fuori di lui, perchè anteriore ad ogni attività organica. Così ti dà un mito filosofico per una ragione scientifica, e trasferisce, pur troppo, la realtà fisica e storica in una forma della coscienza.