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il senso moderno. 29

meccanico nella natura, si sono inventati con troppa impazienza i centri dinamici, e moltiplicate le forze ideali come cause dei fenomeni. Or tutto questo edificio platonico di forze ideali s’è disfatto senza rimedio, e più si discopre nel giro della natura e più ci si fa chiara l’insidenza del moto con la forza, e quel vasto meccanismo in cui si risolve ogni fenomeno, qualunque sia l’aspetto che prende.1

Con tutto ciò non è dichiarata la ragione dei fenomeni, quando s’è detto che un gruppo di pensieri è un gruppo di moti, e il mondo ideale un laboratorio meccanico che sparirebbe di subito, se uno soltanto si spezzasse di quei sottili e molteplici congegni che cospirano a farlo. C’è ben altro di là. Voi, o fisiologi, discoprendo il meccanismo della natura non avete scoperto che uno solo degli aspetti dell’essere; ne assaggiaste appena il vestibolo, e presumete di conoscerne i laberinti infiniti nei quali si avvolge la vita arcana che vi trapela dal breve spiraglio del vostro atomo di terra. Che l’essere si manifesti in un sistema di moti,2 che non sia una cosa fissa ed inerte, che un’esistenza fuori dal tempo e identica sempre a

  1. Il mondo fisico non è soltanto la traduzione più o meno esatta del mondo ideale, come dice argutamente il Taine (De l’Intelligence. Paris, 1878, T. I, pag. 336.), ma è continuazione organica dell’ideale. Il testo non è fatto ma si va facendo.
  2. L’«essere» di cui parlo non costituisce l’imagine astratta dell’assoluto, a cui non risponde nessuna realtà viva