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22 capitolo primo


Ben so che si parla ancora d’un organismo del pensiero che sta di per sè, governandosi con leggi speciali, ma questo è uno dei tanti inganni che derivano da un falso concetto della realtà fisiologica. Il pensiero è un fenomeno che si misura e si comprende con altre norme da quelle dei speculanti. Quando si farà la storia del cervello, e le intelligenze si saranno potute slegare dagli abiti falsi, vedrassi il danno incredibile fatto al progresso da queste arroganze dello spirito soggettivo, che perdurano ancora a mal grado delle repulse vittoriose delle scienze biologiche. Il senso

    tratta di fabbricare una frase ma di esprimere un’idea nuova. Ciò che io qui noto per questa, mi valga per le altre metafore che usai non di rado; tra perchè la connessione della realtà fisica con la storica mi pare che le giustifichi abbastanza, tra perchè mi idoleggiano meglio le idee troppo remote dall’uso comune, comunicandovi quella evidenza pittrice che non avrebbero di per sè. Lo scrittore, se vuol essere efficace, dee pensare e sentire col suo tempo; ora è impossibile che in mezzo a tante scoperte delle scienze fisiche, e nel moltiplicarsi delle relazioni ideali, lo stile moderno si rimanga lo stesso e non si colori diversamente dall’antico. Se i fenomeni ch’esso ritrae son nuovi, perchè non gli sarà lecito di ritrarli con imagini nuove? e se queste imagini gli vengono dalle scienze perchè dovrà rifiutarle, scrupoleggiando dietro le norme dei puristi superstiti che nulla sanno degli studi recenti, nulla dei progressi della ragione, nulla di quello spirito che portano dentro* a se stessi come un cadavere imbalsamato dagli aromi della lingua? Per me, lo confesso, sdegnai sempre e sdegnerò gli scrupoli sciocchi che ci mantengono in un perpetuo gineceo intellettuale; e se le scienze mi porgono imagini vive, ardite, divinatrici di relazioni ai più sconosciute, colorerò con queste le idee, senza temere le scomuniche di un qualche cenacolo di linguai.