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CAPITOLO SECONDO

Progressi marittimi del Portogallo sotto l’Infante Don Enrico: — soggiorno di Colombo a Lisbona: — suo matrimonio colla figlia di un navigatore: — suoi viaggi alle Canarie, alle Azzore, alla costa d’Africa. — Egli comunica il suo disegno al dotto fiorentino Paolo Toscanelli: — sue proposizioni di scoperta a Genova, a Venezia, al Portogallo. — Tentativo della corte di Lisbona contro il disegno di Colombo. — Offerte del Re; — nobile rifiuto di Colombo: — sua fuga segreta: — suo arrivo a Genova: — egli ripete indarno la sua proposizione al Senato: — sua partenza per la Spagna.

§ I.

Già da quasi un mezzo secolo il Portogallo, troppo alle strette ne’ suoi confini territoriali, cercava un accrescimento in mare: diffatti aveva allargato il suo dominio su diverse isole discoste dalle rive conosciute, internate nell’Oceano. Questo ingrandimento non era il premio degli sforzi di varii re successivi, sibbene della volontà di un solo principe, che nato accosto al trono senza aspirarvi, ambiva unicamente di servire Dio e la sua patria.

Un Filosofo francese avvertì con molta esattezza che tutti i gran navigatori furono cristiani. Il Principe che diede il primo grande impulso alla navigazione sull’Oceano, era fervente cattolico.

Figlio del re Giovanni I, l’infante Don Enrico, duca di Viseo, gran mastro dell’Ordine di Cristo, bramava procacciare a’ suoi cavalieri gloria in questo mondo, ed eterna felicità nell’altro: giovanissimo ancora, egli si era segnalato centra i Mori in Africa, sulle mura di Ceuta: in appresso giudicò essere molto meglio convertire che distruggere. Non ostante la sua qualità di gran mastro di un Ordine fondato per combattere i Musulmani, nemici della legge di Gesù Cristo, egli reputò suo dovere sottometterli alla dolcezza di questo giogo piuttostochè accrescere gli Stati dei re suoi antenati: divisava portare il Vangelo fra’ Maomettani e gli Idolatri che popolavano le rive mal conosciute dell’Africa occidentale.