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74 libro primo

cui cicatrice, dimenticata per lungo tempo, si riaperse verso gli stremi di sua vita, e la mise anco in pericolo. Esposto alle avventure più arrischiate, egli spese in mare diversi anni, durante i quali niun ragguaglio ci è giunto intorno le sue vicende. La prima volta che un documento storico permette cogliere la traccia di lui, ei navigava sotto bandiera francese, già era uomo di mare, un degli ufficiali del rinomato Colombo, fratello di suo avo, che comandava la flotta del re Renato movente contra il regno di Napoli, nel 1459: questi è il Colombo che Sabellico chiama illustre Archipirata per distinguerlo da un altro Colombo, che gli era nipote, sopranominato il mozzo.

Cristoforo cresciuto alla scuola di questi due valenti ammiragli, ebbe dal re Renato il comando di una spedizione ch’esigeva un’audacia ed un’abilità poco comuni. Si trattava di andar a Tunisi, e portarne via la Fernandina, galera di prim’ordine. Quando giunse nelle acque di san Pietro in Sardegna, si rese noto che la Fernandina era scortata da due vascelli e da una caracca; disproporzione di forze che sturbò sì fattamente l’equipaggio, che, ribellatosi, rifiutò di andar oltre e volle tornare a Marsiglia. Non ostante la sua eloquenza, Cristoforo Colombo non potè rialzare i suoi da quello spavento; e siccome non aveva alcun mezzo materiale per farsi obbedire, usò d’uno stratagemma: venuta la sera, voltò l’ago, e fece spiegar le vele: l’equipaggio rassicurato credettesi avviato a Marsiglia, e la dimane sull’aggiornare la nave era all’altezza di Cartagena, senza che alcuno dei malcontenti dubitasse della via che correvano. Questo caso della sua gioventù, narrato per incidenza da lui, lorch’era grande ammiraglio dell’Oceano, dipinge egregiamente il suo carattere: vi si riconosce la sua intrepidezza, la sua risolutezza, il suo accorgimento, e come poco si lasciava arrestare dagli ostacoli che vengono dagli uomini; se non li poteva superare di fronte, li vinceva coll’astuzia, ed abilmente sapea carpire ciò che non gli si concedeva di buon grado.

Nessuno dubita, che, dopo ottenuto un comando, Cristoforo Colombo non abbia continuato a servire il re Renato ne’ quattro anni da lui spesi a tentare il conquisto di Napoli. Renato ottenne maggiori vantaggi e sostenne più lungamente la lotta