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capitolo ottavo 411

gli assisteva, e offeriva loro gl’incoraggiamenti spirituali, de’ quali è sentito doppiamente il pregio nella sciagura.

Intanto le fatiche e le pene della navigazione non facevano che aumentare; l’attaccamento della cacica antropofaga non pote distrarre il suo eroe, assorto dal sentimento della propria infelicità. L’ammiraglio gli aveva promesso di ricondurlo alla Maguana dopo di avergli mostrati i Sovrani e le grandezze della Castiglia; ma l’umiliazione della sua soggezione aveva acceso un fuoco segreto nelle sue vene. Nascondendo in un ostinato silenzio il suo dolore, e sotto l’impassibilità. del volto l’amarezza de’ suoi affanni, faticato, logoro da quella prigionia su tavole sbattute sempre dalle onde, egli pareva straniero a tutto quello che accadeva intorno a lui. Le attrattive della sua compatriota non lo sedussero. A poco a poco le sue forze vennero meno; sola la sua alterezza non iscemava; e, alla perfino, ostinatamente immobile, morì avviluppato nella sua taciturna superbia.

Cosi il romanzo di questa principessa antropofaga fu terminato prima che finisse la sua navigazione. Rimanendo liberamente fra gli stranieri, ella rinunziava alla sua famiglia, alla sua patria, alla sua libertà, alla sua vita; perocch’essa aveva tradito il suo .sposo, e per conseguenza meritata la morte: ella si sacrificava all’onore di essere schiava di uno schiavo già coronato, di aiutarlo a portare le sue catene: non si può disconoscere la grandezza di tal sacrifizio: quale ne fu la ricompensa? la morte nell’esilio. Emana un non so qual profumo di selvaggia epopea dal racconto di questo amore da cannibali, destosi a prima vista, e rivelatosi in mezzo alla lotta dell’uomo contro le maggiori forze della natura, durante le angosce del terrore, e le minacce della fame, sugli abissi dell’Oceano.

Il fratello di Caonabo, rifinito, non gli sopravvisse che pochi giorni.

La disastrosa navigazione proseguiva: ma i patimenti si aggravavano sempre più: quindi si cominciavano a udir lamentanze e parole di malcontento. Gli Spagnuoli gettavano sguardi ora dolorosi, ed ora sdegnosi sui trenta Indiani che restavano sulle navi. La fame, padroneggiando ogni sentimento, risvegliava la crudeltà, e consigliava il delitto. Gli Spagnuoli si rac-