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capitolo ottavo 407

istruito, ma di uno spirito leale, pieno di acume, e inclinato alla giurisprudenza. L’ammiraglio lo aveva sollevato precedentemente alla carica di giudice in prima istanza, nel qual ufficio aveva meritato la soddisfazione generale.

Già Cristoforo Colombo si er’affrettato di provvedere ai primi bisogni spirituali della colonia, così tristamente trasandati dal padre Boil: provvide che durante il suo allontanamento la Religione Cattolica sarebbe annunziata alla popolazione dell’isola: fidò l’onore di quell’apostolato ad un Francescano, il padre Juan Bergognon, al quale aggiunse il pio frate Roman Pane, che possedeva il dono delle lingue: indi, mandò quest’ultimo nelle terre del cacico Guarionex, e lo incaricò di stendere una memoria sulle credenze primitive degl’indigeni, la loro genesi, la loro cosmografia. Nonostante il suo zelo per la gloria del Salvatore e la salute delle anime, fra Roman Pane, che si chiamava umilmente il povero eremita, ebbe paura di trovarsi solo, e abbandonato fra popoli irritati e fantastici: espose il suo spavento all’ammiraglio, pregandolo permettergli di prender seco alcuni compagni per sostenerlo e consolarlo. Colombo lo autorizzò colla maggior arrendevolezza del mondo a condurre seco chi meglio piacevagli; ed ebbe cura al tempo stesso di collocare un drappello di fanti alla portata della residenza de’ Missionari, affine di prevenire ogni attentato degl’indigeni contro le loro persone.

Quantunque la leggerezza del loro carattere e la confusione delle loro credenze preservassero gl’indigeni da un feroce fanatismo, pure i loro sacerdoti, chiamati Bohutis, i quali fungevan officio anche di medici, e di stregoni o indovini, avevano interesse che un nuovo culto non venisse a distruggere il loro mestiere, ch’era lucroso, e avrebbero potuto armare il braccio de’ loro creduli clienti. La religione degli isolani consisteva principalmente in una fede rozza al potere di certi idoli da loro chiamati Zemes i quali ora di legno, ora di pietra, molto diversi nelle loro forme e nelle loro attribuzioni, non erano che l’equivalente dei fetici dei negri e dei manitou delle Pelli Rosse. I preti Bohutis non costituivano una corporazione a parte; non avevano nè dotazione, nè privilegi ereditari; non domi-