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394 libro secondo

CAPITOLO SETTIMO

I disertori della Colonia, favoreggiati dagli Uffici della marineria empiono la Corte delle loro calunnie contro l’amministrazione di Colombo e de’ suoi fratelli. — Si fa correre la voce della sua morte. — Don Diego Colombo arriva in Ispagna. — L’ordinatore della marineria gli suscita difficoltà, a cui mette fine la ferma volontà della Regina. — L’interesse che mostra Isabella per l’ammiraglio e pe’ suoi fratelli diventa la sorgente di un odio implacabile contro di essi da parte di Fonseca, e degli ufficii di mare. — Ritratto del vescovo burocratico don Juan de Fonseca.— Nomina di un commissario incaricato d’informare sulle lamentanze fatte contro l’ammiraglio. — Ritorno di don Diego Colombo alla Spagnuola. — Ingratitudine di Aguado, protetto di Colombo; suoi oltraggi contro l’ammiraglio, e relazionc che fa sopra la sua amministrazione dell’isola. — Prima tempesta che abbia ricevuto nome di uragano.


§ I.


Intanto i disertori erano giunti alla Corte. La loro giustificazione non era possibile che mostrando sotto spaventevoli aspetti l’amministrazione dell’ammiraglio. Pedro Margarit e il padre Boil trovarono negli uffici della marineria una gagliarda protezione delle loro esagerazioni e delle loro calunnie. L’arcidiacono Fonseca, e il controllore Juan de Soria non mancarono di sostener quelle accuse. Gl’idalghi imbarcati di soppiatto non parlavano che con amarezza di Hispaniola, terra di disastri e disinganni: si presentavano come sfuggiti ad una morte inevitabile in quell’isola, in cui la ridente verdura nascondeva miasmi micidiali per gli Europei, in cui la fame minacciava quelli che la febbre aveva risparmiati, in cui tutti que’ mali erano aggravati dall’odiosa tirannia dell’ammiraglio, e più particolarmente de’ suoi fratelli.

Questi disertori assumevano aspetto di vittime sfuggite al dispotismo di Colombo, che venivano a riparare sotto la paterna potestà dei Monarchi, e a dimandar protezione contra i soprusi del governatore delle Indie: recavano lettere dettate dalla malevolenza, nelle quali certuni, troppo gravemente malati per imbarcarsi, dipingevano la loro deplorabile condizione: aggiunge-