Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/346

338 libro secondo

magnifici puledri, che l’ammiraglio aveva passato in revista a Siviglia, si erano sostituite cavalle di niun valore, per le quali era stato pagato l’alto prezzo assegnato ai primi. Si comprende ora la ripugnanza istintiva di Colombo pel controllore generale Soria, e perchè costui fu irreconciliabile nemico di quello che lo aveva scoperto frodatore.

La frode degli uffici di Siviglia peggiorò dunque lo stato della colonia fino dal cominciare. V’ebbero allora crudeli disinganni e amari scoraggiamenti. Nondimeno, i marinai, i soldati, gli operai più agguerriti alle fatiche o più presto rimessi in salute, continuarono i lavori, e così operosamente, che avanti la fine di gennaio buon numero di case era finito, e l’ammiraglio fece attorniare la città da una cinta di pietre, alla guisa araba.

Volendo giovarsi della stagione favorevole al ritorno in Ispagna, e comprendendo la necessità di ottenere in breve altre provvigioni, l’ammiraglio si affrettò a rimandare la flotta; nè tenne seco altro che cinque navi, così pel servizio della colonia, come per servire ad effettuare nuove scoperte. Egli pose la flotta sotto il comando di Antonio di Torres, il quale montò sulla Graziosa Maria. Melchiore Maldonado, Juan Aguado e Gines de Gorvolan ritornarono in Ispagna. L’ammiraglio prese cura di raccomandarli alla bontà dei Monarchi, nell’indirizzar loro una relazione sullo stato della colonia: diede ad Antonio de Torres una memoria, che doveva in persona presentare ai Re insieme ad alcuni pezzi d’oro del paese.

Questo documento prezioso che noi possediamo, colle note in margine dei Sovrani, è la migliore testimonianza dell’alta superiorità di Colombo in fatto di governo, e di pubblica amministrazione: chiarisce una mirabile prudenza, ed anche più quella fede nella Provvidenza ch’era la base del carattere di Colombo, e il segreto della sua sublimità; nulla gli sfugge dalle più minute particolarità finanziarie ai più grandi provvedimenti sociali. Nessuno spirito era più positivo, più esattamente pratico di quel di Colombo, nonostante la poetica grandezza de’ suoi disegni e pensieri.

La flotta mise alla vela il 2 febbraio 1494. Per ordine dell’ammiraglio essa portava in Ispagna gl’Indiani, uomini, donne