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capitolo duodecimo 313

desiderio dell’ammiraglio, da lui qualificato esigenza rovinosa: sentendosi favoreggiato dall’ordinatore Fonseca, favorito del re Ferdinando, trascorse perfino a mancar di rispetto all’ammiraglio, la cui pietà soffriva in silenzio siffatta indegnità.

La condotta di Giovanni di Soria diventò materia delle conversazioni della corte: il Vicario Apostolico, ne scrisse alla Regina: egli era allora uno de’ sinceri ammiratori dell’eletto della Provvidenza.

Isabella indirizzò subitamente a Colombo una lettera capace di riparare quella offesa: il dì medesimo, 4 agosto, scrisse all’arcidiacono di Siviglia, per raccomandargli di usare ogni cortesia all’ammiraglio, di appianargli ogni difficoltà, e impedire che alcuno gli desse noia in nessun modo: ingiungevagli di considerarlo e soddisfarlo in ogni cosa, non solamente nella sostanza, ma anche nella forma: lo incaricava di notificare da parte sua a Giovanni di Soria, che dovesse conformarsi ai desiderii dell’ammiraglio; che si guardasse bene dal opporglisi in qualsivoglia cosa. La dimane, non potendo contenere la sua indegnazione, fece scrivere una lettera severissima al controllore della marineria; significandogli che voleva che l’ammiraglio fosse considerato, onorato, trattato secondo il suo alto grado, e lo minacciava di un castigo severo caso ripetesse i suoi oltraggi contro di lui. Il 18 il suo risentimento non era peranche calmato: mandando a Fonseca ordini intorno alla partenza della flotta, gli ricordava di nuovo i risguardi che doveva avere per l’ammiraglio; e dirigendo altri ordini sul medesimo oggetto a Giovanni di Soria, essa non potè trattenersi dal rimproverargli nuovamente la colpa passata.

Affine di troncar la controversia intorno alle persone che Colombo potrebbe condurre a spese della Castiglia, la Regina fissò lo stato della casa del grande ammiraglio a trenta individui, cioè, dieci scudieri, e venti servi. Isabella raccomandava inoltre, di compiacere in ogni cosa l’ammiraglio; perchè così voleva, perché tal era il suo piacere.

Era difficile andar più in là in fatto di benevolenza. Non si può dubitare della sincerità del cuore di Isabella. Alla sua ammirazione dell’uom sublime che le aveva mandato il Cielo come