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306 libro primo

un’allusione; e non figura in sostanza, che uno sciocco inganno e una facezia plebea.

L’ammiraglio non dimostra la causa della sua scoperta rompendo un uovo per l’un de’ capi, quando lealmente si trattava di farlo stare in piedi per l’equilibrio.

Le circostanze di tempo e di luogo smentiscono del paro questo inetto racconto. Chi avrebbe osato, sia alla mensa de’ Sovrani, sia a quella del gran cardinale di Spagna, di fare una interpellazione cosi insolente e ridicola al Vice-re delle lndie? chi sarebbesi arrischiato di proporre un quesito così poco rispettoso e cortese? E come mai l’ammiraglio avrebbe dimentica l’etichetta al punto di dar ordini nel palagio de’ suoi ospiti, e chiedere che gli fosse recato un uovo?

Nessuno degli storici spagnoli ha narrato simil cosa. ll solo che la riferisce è il milanese Gerolamo Benzoni, che l’avrà tratta certamente da antiche memorie. Sicuramente l’aneddoto dell’uovo è di origine italiana; noi lo riconosciamo, e abbiamo altresì ragione di pensare, che nella sua infanzia Colombo l’aveva udito anch’esso raccontar da sua madre. Con qualche verosimiglianza lo si attribuisce al celebre architetto Brunellesco, per la cui opera Santa Maria del Fiore elevò la sua cupola sotto il limpido cielo di Firenze: qui il fatto non pare impossibile, per inetto che esso sia: può essere avvenuto alla mensa di una qualche osteria popolana, non altrove; prima di noi, Voltaire diceva che questo racconto dell’uovo er’attribuito a Brunellesco; e noi siamo intorno a ciò interamente del suo parere.

Per la dignità della storia, preghiamo i nostri lettori a non ripetere più tal miserabile aneddoto, a non imputare al Rivelatore del globo sì gretta facezia: crederla sarebbe disconoscere il suo genio, la sua dignità e la gloria ond’era allora circondato.

Una soddisfazione superiore a tutti gli onori già ricevuti venne a ricolmare di un’intima felicità il Vice-re delle Indie: ebbe la gioia di sapere che il suo rispettabil genitore, conservando la pienezza delle sue facoltà intellettuali, godeva del suo trionfo, come in passato il patriarca Giacobbe della elevazione di Giuseppe. Anch’egli era allora il primo accanto al re. Appena