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298 libro primo

fosse sopraggiunta la decima parte nell’andata, i suoi compagni, spaventati e faziosi, sarebbonsi sollevati contro l’impresa, ed egli non avrebbe mai scoperto il Nuovo Mondo.»

Ma questo caso previdente e attento, con cui egli aveva da fare, ebbe la cortesia nel suo primo viaggio, d’impedire che gli ostacoli fossero insuperabili, e seppe sempre opporre alle più terribili difficoltà coincidenze propizie. Quando si pensa al carattere de’ compagni dell’ammiraglio, a quegli ufficiali insolenti, non ostante la scoperta, ed al proprio equipaggio che lo abbandona dopo aver lasciato che si arenasse la sua nave, si giudica di quello che sarebbe avvenuto, se la furia del mar tenebroso avesse aggiunto i suoi pericoli agli spaventi dell’imaginazione.

Per buona ventura il caso officioso, che precedeva i passi di Colombo, vegliava sopra di lui, e lo avvertiva con una costante sollecitudine.

Questo caso che gli dà vento o le onde quando ne ha bisogno, che sopisce tutti gli sdegni e lo rende obbedito ne’ momenti più paurosi, questo caso per cui, senza alcun manifesto indizio, egli predice il momento della scoperta, questo caso che in ottobre gli fa fissare il suo ritorno pel mese di aprile, questo caso che lo protegge contro l’invidia, l’odio e il furore dei flutti, che rende vane le insidie del Portogallo e gli prepara un trionfo alla Corte medesima del suo nemico, questo caso tanto intelligente e tanto forte da assumere tutte le apparenze della Provvidenza, questo caso, qualunque sia il suo nome, pare a noi un prodigio tanto miracoloso, quanto il più luminoso miracolo.

Sin dal primo istante, Roma apprezzo degnamente ciò che offeriva di mirabile nella sua rettitudine il sistema cosmografico di Colombo: essa riconobbe per istinto il carattere soprannaturale della sua missione.

Questa glorificazione di Colombo era implicitamente una manifestazione sorprendente dell’infallibilità della Chiesa.

Noi vogliamo richiamare qui l’attenzione de’ nostri lettori sopra un fatto che, per la prima volta, si troverà finalmente esposto nella sua realtà, ed a cui gli storici di Colombo non hanno mai posto mente: un fatto non meno strano che ignorato,