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capitolo undecimo 297

zioni del volgare e le nozioni della scienza, per una via audace, a traverso un mare grandemente paventato, rimane, anzitutto, un modello di navigazione. Senza saperlo, Colombo indicava alle seguenti generazioni l’itinerario più sicuro e più comodo, Secondo Humboldt, esso è tuttavia quello che seguono oggidì tutte le navi a vela, che vanno alla volta delle Antille. Alcuni marinai hanno consigliato di non volgere tanto al sud per cercare i venti alisei, di tagliare il tropico a venti gradi all’ovest dal punto in cui lo tagliano ordinariamente i capitani di nave: questo nuovo sistema permette di abbreviare di un ventesimo la strada da Cadice a Cumana, ma offre altresì «il pericolo di lottare più lungamente contro i venti variabili che soffiano ora dal sud, ed ora dal sud-ovest.» L’antico sistema, l’itinerario di Colombo, compensa la lunghezza della strada col vantaggio di trovare più presto i venti regolari e di goderne, per una più gran parte del tragitto.

ll ritorno di Colombo in Europa è forse più sorprendente ancora della precisione del suo primo viaggio.

L’ammiraglio non seguì la via già corsa. Egli aveva una caravella guasta e logora che faceva acqua da due parti: elesse per ispirazione la strada più sicura, quella che gli faceva evitare le intemperie, le nebbie così comuni fra le Azzorre e il banco di Terra Nuova, e doveva sottrarlo alle tempeste frequenti nelle vicinanze delle Bermude: scelse senza grande studio la strada in cui soffiano i venti regolari. Colombo patì tempi spaventevoli; ma queste grandi conturbazioni dell’atmosfera erano affatto eccezionali: montava la più adatta fra le sue caravelle, quella che aveva ponte. Un caso officioso lo stornò da pericoli, di cui non poteva aver cognizione; e il rigore delle tempeste non valse che a far vie meglio conoscere la cortesia del caso che lo proteggeva. Perocchè, con una nave picciola e rovinata com’era la Nina, nessuno potrebbe spiegare il come abbia potuto scamparla. Gli abitanti di Santa Maria alle Azzorre, quelli di Cascaes e di Lisbona erano a ragione stupefatti come tal caravella avesse sostenuto la violenza di simili bufere.

Tali furono, dice Washington Irving, i pericoli e gli ostacoli da cui venne accompagnato nel suo ritorno in Europa. Se gliene