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286 libro primo

trionfo. Tuttavia quella sollecitudine incomparabile delle popolazioni gli era una conferma della grandezza dell’opera, per la quale la Provvidenza aveva degnato d’eleggerlo.

Nel suo entusiasmo, avendo il popolo preceduto con questa ovazione gli ordini dei Monarchi, l’etichetta così rigorosa della corte dovette cedere dinanzi a quel voto unanime. Così per soddisfare all’opinione, come per rimunerare di un segno senza pari un servizio che non aveva l’eguale, i Monarchi prepararono all’ammiraglio un’accoglienza sino allora inudita.

Il15 aprile, in cui Colombo doveva entrare a Barcellona, una gran parte de’ cittadini era andata ad incontrarlo; il fiore della gioventù lo precedeva a cavallo: una deputazione della corte, mandatagli incontro, lo aspettava fuor delle porte della città. Come per compiere e crescere quella solennita, l’orizzonte era tutto dolcezza e luce. La natura precoce del paese facea pompa delle primizie delle sue ricche produzioni. Il sole splendeva nel più bel sereno. Il vento del mare spandeva, insiem colla sua freschezza, i profumi delle rose e de’ fiori d’arancio che cominciavano ad aprirsi. Nel palagio dei re, per nuova disposizione, era stata ingrandita la vasta sala delle cerimonie, res’accessibile al popolo e splendidamente decorata. Sotto un magnifico baldacchino di broccato d’oro stavan rizzati due troni, un seggio coperto di velluto con frange d’oro, e accanto ad esso, posta alquanto innanzi, una ricca seggiola a bracciuoli.

Poco prima del suo arrivo, preceduti, secondo il cerimoniale usato, dai loro araldi di armi, dalle trombe, dai messaggeri e dalla loro casa militare, i due Monarchi, cinta la fronte della loro corona, e vestiti di tutti gli attributi della sovranità, entrarono, e si assisero ciascuno sopra il suo trono.

ll Principe reale sedette sul secondo seggio.

La seggiola a bracciuoli rimase vuota.

I grandi ufficiali delle due case reali, i ministri, i consiglieri di stato si ordinarono a destra e a sinistra alquanto dietro ai troni. I dignitari d’Aragona da un lato; i dignitari della Castiglia dall’altro; e più lungi gli impiegati delle due case civili, i cavalieri, gli scudieri, i paggi, ciascuno secondo il suo grado. In luogo riservato avevano preso posto le dame del palazzo, i