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capitolo undecimo 281

Pontefice, per le scoperte de’ Castigliani nell’ovest, uno spazio eguale a quello che avrebbero i Portoghesi nell’est. E affine di determinare i confini dei due regni sui piani illimitati dell’Oceano, propone un mezzo di una semplicità divina.

Altrettanto securo, che se avesse tenuto sotto i suoi piedi lo spazio intero del globo, di cui più di due terzi erano ancora ignorati, egli fa con una sublime audacia, o meglio con una calma angelica, la sezione dell’Equatore, che nessuno aveva oltrepassato: disegna attraverso l’immensità una demarcazione gigantesca; tira da un polo all’altro una linea ideale, che dividerà la terra, passando ad una media distanza di cento leghe, presa fra le isole del Capo Verde, e quelle delle Azzorre. Per operare questa sorprendente separazione geografica, elegge precisamente il solo punto del nostro pianeta che la scienza sceglierebbe a’ nostri giorni; nella curiosa regione della linea ove cessa la declinazione magnetica, la trasparenza delle acque, la soavità dell’aere, l’abbagliante limpidezza dell’atmosfera, l’abbondanza della vegetazione sotto marina, lo splendore tropicale delle notti, la fosforescenza delle onde, indicano nel mobile impero delle onde una demarcazione misteriosa segnata dal Creatore.

Questa colossale divisione era il più ardito concetto che fosse mai uscito da umano intelletto. Proporzione sì gigantesca non era entrata mai in un calcolo di misura. Nondimeno Colombo senza stupire, senz’esitare, non sospettando forse neppur egli del prodigio della sua operazione, traccia la sua proposta e dimanda con semplicità che la si mandi a Roma.

Sicuramente tutto quello ch’egli esponeva nelle sue considerazioni, per questa divisione delle regioni inesplorate fra le due corone di Castiglia e di Portogallo, era altrettanto razionale che ardito; e tanto ardito quanto novissimo al rimanente degli uomini; e per questo appunto, a motivo degli ostacoli, che prova sempre la novità, doveva provocare obbiezioni, dubbi e perciò resistenze. Ma il Messaggero della salute aveva fede nell’infallibile sapienza della Chiesa, depositaria delle verità del Verbo. Noi vedrem più innanzi, come il Papato giustificò quella nobile fiducia.