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272 libro primo

scelli e di fiori; la Sposa di Gesù Cristo palpiti di gioia sulla terra, com’egli si allegra ne’ cieli, alla prossima salute di tanti popoli sino ad ora derelitti alla perdizione! Allegriamoci noi pure così a motivo dell’esaltazione della nostra fede, come per l’accrescimento de’ beni temporali, di cui non solamente la Spagna, ma tutta la Cristianità è per raccogliere i frutti.»

La dimane, Bartolomeo Dias, ufficiale sulla nave ammiraglia della marineria portoghese, la meglio provveduta di artiglieria che fosse allora, andò colla sua scialuppa armata a bordo della Nina per significare a Colombo che venisse a presentare le sue carte ed a fare la sua dichiarazione agli ufficiali regi. Quantunque fosse sotto le batterie della nave portoghese, pur Colombo rispose che, non ostante lo stato della sua caravella, essendovi egli a bordo quale ammiraglio del Re e della Regina di Castiglia, non aveva alcun conto da rendere a simili impiegati, e che non v’andrebbe. L’ufficiale gli disse di mandare almeno il maestro della caravella. L’ammiraglio rispose che mandar uno de’ suoi, o andare egli stesso sarebbe la medesima cosa; che nessuno sarebbe tratto dal suo bordo altro che dalla forza delle armi; che gli ammiragli di Castiglia sapevano morire anzi che rendersi, o consegnare contra il diritto alcun de’ loro marinai. La fermezza di questa attitudine impauri l’ufficiale, che, mutando stile, lo pregò solamente di fornire la prova della sua carica, perchè potesse informarne il suo capo. L’ammiraglio degnò mostrargli i suoi diplomi. Appena il comandante Alvaro de Acanha ricevette la relazione dell’ufficiale, andò in gran cerimonia, a suon di timpani, di pifferi e di trombe a far la sua visita all’ammiraglio, ed a porsi interamente a sua disposizione.

La fama della scoperta di un nuovo mondo fatta da una nave ancorata nel Tago, era corsa rapidamente a Lisbona. Non ostante lo stato dell’atmosfera, la gente veniva in calca a Rastello, ed una moltitudine di barche empieva il fiume. L’ammirazione non era meno viva della curiosità. Si rendevano grazie a Dio di tale avvenimento, che una confusa intuizione, un presentimento segreto diceva essere immenso. La voce del popolo dichiarava che questa gloria era concessa alla Castiglia in ricompensa dello zelo che i suoi re mostravano a pro della religione.