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268 libro primo



§ III.


Il primo di marzo soffiò un vento favorevole, che continuò la dimane.

Il 5, al tramontar del sole, una improvvisa burrasca lacerò tutte le vele della Nina, e poco mancò non l’affondasse: ma la Provvidenza lasciò cadere uno sguardo sopra il suo servo. «Dio volle liberarlo,» dice Las Casas. Nella imminenza del pericolo si fecero nuove preghiere e un nuovo voto. Fu tratto a sorte per sapere chi dei marinai andrebbe in camicia, a piè nudi, a Nostra Signora della Cinta, nella provincia di Huelva; e, come al solito, la sorte elesse ancora l’ammiraglio: «La qual cosa fece sì ch’egli giudicasse che Dio lo accompagnava, ma voleva che si umiliasse e non si inorgoglisse de’ favori che gli aveva già concessi.»

Inoltre, ciascuno fece egualmente il voto di digiunare a pane ed acqua il primo sabato dopo l’arrivo della caravella. Si dovette andare a seconda de’ flutti, senza conservar vele, cotanto violenta era la tempesta. La sera, la tormenta addoppiò di furore. Baleni sinistri solcavano lo zenith: l’acqua cadeva a torrenti: le onde, percuotevano la nave in sensi opposti: ora un monte d’acqua la sollevava in aria; ora, Spalancandosi in abisso, le onde la trascinavano nelle profondità delle loro spumanti valli, e sembravano doverla seppellire in raggiungersi: era spaventevole pericolo cui niuna umana potenza avrebbe superato: «ma nostro Signore degnò aiutare l’ammiraglio e mostrargli la terra,» dice Las Casas: fu veduta verso mezzanotte. Tuttavia la oscurità impediva di riconoscere la spiaggia. Nonostante l’arditezza della manovra, l’ammiraglio fece spiegare la gran vela di perrochetto, non avendo altro mezzo di aiutar la Nina a sollevarsi un poco sopra le onde, sotto le quali immergeva tutta la sua parte anteriore. «Dio li conservo sino al giorno,» in mezzo alle angosce e al terrore di quella notte orribile.

L’ammiraglio giungeva sulle coste di Europa verso la fine di un inverno disastroso, durante una di quelle commozioni della natura, che mettono tutto a soqquadro, rinnovano l’atmosfera,