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248 libro primo

fu necessario chiamar gl’indigeni, perocchè la fama aveva preceduto gli uomini venuti dal cielo. Alle dieci della notte un canotto pieno di curiosi impazienti si accostò alle caravelle. L’indomani una gran calca empieva la spiaggia. Uomini e donne offrivano, gli uni un po’ d’oro, gli altri un vaso di acqua fresca, o del pane d’igname, gradevole al palato: pareva non possedessero gran cosa. Uomini e donne erano ignudi, come in nascere, dice Colombo; e raccomando la maggior decenza verso que’ semplici figli della natura.

Replicati messaggi pregarono l’ammiraglio degnasse visitare una vicina popolazione prima di partire. Siccome quel villaggio era sulla sua via, l’ammiraglio vi andò. Il cacico, venuto ad incontrarlo lo aspettava, circondato da’ suoi sopra un’eminenza ove si agitava una gran moltitudine bramosa di vedere. Tutti pregavano il capo de’ viaggiatori celesti di rimanere fra loro: i messaggieri di un altro cacico vennero anch’essi a supplicarlo di non partire prima che il loro signore non lo avesse veduto. L’ammiraglio condiscese volentieri alla sua dimanda. Il cacico aveva fatto preparare gran copia di vettovaglie, e ne sopraccaricò le navi spagnuole: indi anche i suoi sudditi vollero dare provvigioni e papagalli: chiedevano ad alte grida che l’ammiraglio non se ne andasse; e vedendolo imbarcarsi non ostante le calde loro istanze, lo seguirono nei loro canotti sino alle caravelle. Colombo lì trattò con molta benevolenza, distribui loro i soliti regalucci, «nè già, come dice Las Casas, perchè lo importunassero per averne, ma perchè parve a lui ciò conveniente, e perchè li considerava già quali cristiani.»

È certo che l’annunzio di quegli stranieri maravigliosi preoccupava da lungi le popolazioni dell’isola, perocchè durante la breve assenza dell’ammiraglio, un altro cacico della parte ovest era venuto direttamente alle navi per vederlo. E il dì innanzi un cacico che stanziava a tre leghe di là era pur esso venuto a a portargli diversi pezzi d’oro.

Il sabato, 22 dicembre, il principal cacico della contrada Guacanagari, giovane e grazioso sovrano, nel suo desiderio di vedere anch’esso gli uomini venuti dal cielo, mandò uno de’ suoi ufficiali ad invitar l’ammiraglio che conducesse le navi presso