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capitolo ottavo 221

cando ne prese possesso nella forma solenne, vale a dire facendovi rizzare una croce. Questa isola di superficie piana pareva fertilissima: per la fisonomia, la nudità, la fiducia, la dolcezza gl’indigeni ricordavano que’ di San Salvatore. Ammirando anch’essi que’ miracolosi stranieri, li lasciavano liberamente visitare la loro terra, e davano loro con rispetto tutto ciò che dimandavano.

L’ammiraglio si diresse poscia sopra un’altra isola, che, per risguardo alle suscettività del re, dinominò Fernandina, anche prima di scendervi. I suoi abitanti, simili a quelli delle isole già visitate, parevano tuttavia, dice Colombo, «meglio dimesticati, più inciviliti, ed anco più astuti;» essi mercanteggiavano invece di prendere ogni cosa che loro fosse offerta in iscambio: lavoravano il cotone, fabbricavano specie di letti, o coperte che chiamavano amache, mantelletti e mutande per le donne maritate. Le loro capanne, costrutte in forma di tenda, davano segno di mondezza.

Mentre protetti da un drappello armato, gli uomini comandati provvedevan acqua, Colombo, fermando lo sguardo sulle foreste, ne ammirava la magnificenza, e cercava di conoscere le specie di lor arbori. La vegetazione vi lussureggiava in guisa da impacciare la veduta e la mente: l’abbondanza e la densità degli alberi facevano sì che gli steli, i tronchi, i busti, i germogli confondevano lor rami e univano sì strettamente il loro fogliame, che un medesimo tronco pareva portare su certi rami le foglie della canna e sopra altri le foglie del lentisco. Nei primi giorni Colombo credette che in quel paese di maraviglie gli alberi variasser quasi a capriccio le loro produzioni.

Avendogli gl’indigeni fatto comprendere che a qualche distanza vi avea una grande isola chiamata Saometo, il cui re portava vesti ed oro sulla sua persona, l’ammiraglio si dispose incontanente di ricercarla.

Vi trovò una terra feconda, ridente e pittorescamente svariata da eminenze coronate d’alte foreste. Traversando la fresca profondità di quei boschi, i venti rapivano ad essi ignoti profumi, che distribuivano poi nel loro soffiare sui flutti. Il contemplatore del Verbo aspirava deliziato quegli odori sconosciuti al-